Piccoli comuni patrimonio straordinario del nostro Paese
FEBBRAIO 2018
Agorà
Piccoli comuni patrimonio straordinario del nostro Paese
di   Mirella Novelli

 

 

Con la legge n. 158 approvata ad ottobre 2017, sono state emanate misure a sostegno e per la valorizzazione dei piccoli comuni che vanno, dal recupero dei centri storici dei borghi per favorire lo sviluppo turistico, alla diffusione e produzione agroalimentare di qualità per la salvaguardia della storia e della cultura, alla garanzia dei servizi essenziali e al contrasto del dissesto idrogeologico per la tutela del patrimonio naturale ed ambientale in coerenza con la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile
 
1. Dopo un iter di quasi 10 anni, fortemente sostenuta dai sindaci e dai cittadini delle aree rurali, dalle associazioni ambientaliste e dalla Coldiretti, la scommessa sui piccoli comuni è diventata realtà riconoscendo i 5.547 comuni (Rapporto Fondazione Symbola e Coldiretti su piccoli comuni e tipicità – 2018) con popolazione fino ai 5.000 abitanti quale unico presidio indispensabile per la tutela del territorio, con un patrimonio storico, artistico e culturale da salvaguardare e sostenere. I piccoli comuni, concentrati soprattutto nel territorio della dorsale appenninica, hanno subito negli anni un forte spopolamento ma rappresentano il 54,1% della superficie complessiva del nostro Paese, dove vivono 10 milioni di abitanti prevalentemente con popolazione anziana. Lo spirito della legge va quindi nella direzione di garantire i servizi essenziali nelle more di quanto disposto dalla nostra Costituzione, ma principalmente nel contrastare lo spopolamento dei territori e per la valorizzazione del patrimonio rurale con il sostegno alle attività produttive perché rappresentano, oltre ad un potenziale sviluppo occupazionale nel settore turistico, agricolo, artistico ed architettonico, anche le vere sentinelle per la salvaguardia delle nostre zone montane e quindi del nostro capitale naturale e della biodiversità. La legge prevede l’istituzione di un Fondo presso il Ministero dell’interno pari a 10 milioni di euro per l’anno 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023. Sul Fondo strutturale messo a disposizione dalla legge, per complessivi 100 milioni di euro in 7 anni, si aggiungono - per il solo anno 2018 - ulteriori 10 milioni di euro stanziati nella legge di bilancio.
 
2 Come UIL ci uniamo al coro di quanti hanno positivamente valutato la legge in questione, tuttavia dobbiamo fare almeno due considerazioni: a) poiché le risorse verranno distribuite prioritariamente ai piccoli comuni in base a tipologie specifiche descritte dalla legge (aree fortemente soggette a dissesto idrogeologico, quelle con significativi decrementi della popolazione, aree confinanti con aree protette) riteniamo che le somme siano troppo esigue rispetto alla vastità delle aree censite e alle necessità che queste stesse aree manifestano; b) seppure la legge privilegi le fusioni o le unioni degli stessi piccoli comuni - punto di forza per accedere ai finanziamenti - riteniamo che rimarrebbero fuori dalle risorse del Fondo, molti di questi 5.547 comuni, con molta probabilità i più depressi, i più isolati e quelli meno organizzati o con il brand enogastronomico meno conosciuto. Inoltre, riteniamo che anche se le Regioni potranno provvedere con proprie risorse o risorse aggiuntive alla promozione dello sviluppo per la riqualificazione dei territori rurali e di montagna attraverso iniziative per valorizzare e sfruttare le risorse principali, in coerenza con la strategia nazionale della Green communinity
 
3 (come l’efficienza energetica e la produzione da fonti rinnovabili per modelli di sviluppo indipendente e sostenibile a bassa emissione o come la valorizzazione dei prodotti rurali e di filiera corta con l’istituzione dei “distretti del cibo”4), la questione del patrimonio e del valore dei piccoli comuni rimanga aperta e non si esaurisca con la legge 158. Infatti, avremmo preferito una più chiara e decisa messa in sicurezza del nostro territorio, anche attraverso la definizione di un piano di sviluppo agroalimentare e turistico senza alcuna eccezione, dove far confluire risorse ed interventi strutturali e sostanziali per la salvaguardia del patrimonio storico culturale che va dal dissesto idrogeologico al rischio sismico, dalla prevenzione degli incendi al consumo del suolo ed al suo degrado. Perché se è vero che le eccellenze dei prodotti sono collocate principalmente nei piccoli comuni del nord Italia, non dobbiamo dimenticarci delle potenzialità di quelli delle altre Regioni, come i piccoli comuni dell’Abruzzo, della Basilicata e del Molise che ad esempio sul tema degli alpeggi potrebbero contribuire al rilancio della zootecnia con un prodotto “nato” in Italia per soddisfare la richiesta del mercato interno, il rilancio occupazionale del settore e per la tutela e cura della montagna. Circa la reale possibilità di incremento occupazionale è significativo il fatto che i piccoli comuni possono contribuire, e i dati attuali lo dimostrano, ad accogliere immigrati portatori di esperienze professionali nel settore agroalimentare e zootecnico. Siamo sempre più convinti come sindacato, che l’intreccio di alcuni temi che affliggono il nostro Paese, dall’occupazione, alla tutela della salute, alla gestione dei flussi migratori ed al contrasto della povertà possono trovare quel “filo di arianna” anche nelle politiche di cura e di sostegno al territorio, e che i piccoli comuni possono essere la risposta certa ad alcuni obiettivi dell’Agenda Onu 20305 per lo sviluppo e l’integrazione. Inoltre, considerato il trend di crescita di urbanizzazione negli ulti
mi anni nelle grandi e medie città dove vivono 49 milioni di abitanti sui 61 complessivi (Rapporto Habitat - 2015), viene da se che l’allarme sulla pressione ambientale in termini di inquinamento, consumo del suolo e di accesso alle risorse con ricadute sulla salute e sul benessere degli individui, non può essere più ignorato nelle politiche urbane e, anche se nella legge 158 non è esplicito il riferimento, l’aver individuato nella garanzia dei servizi (uffici postali, scuole, diffusione dei quotidiani) ed estensione della banda larga ed ultra larga gli interventi urgenti per arginare lo spopolamento delle aree rurali, consentendo alle stesse di accedere al digitale si mettono in campo azioni concrete per uno sviluppo economico colmando il divario interno che colloca il nostro Paese agli ultimi posti in Europa nell’attuazione dell’agenda digitale.6 Manifestiamo comunque soddisfazione per la legge, poiché gli investimenti previsti privilegiano ed assumono un carattere prettamente sostenibile e di tutela ambientale e quindi rappresenta un momento importante per lo sviluppo nel nostro Paese poiché si aprono spiragli concreti per la conservazione qualitativa e quantitativa del nostro patrimonio naturale e territoriale, riconoscendo in questo caso ai piccoli comuni il valore che tutto ciò comporta sia per l’ambiente che per le comunità. Ci auguriamo inoltre che le Regioni, in virtù delle molte competenze trasferitegli dalla riforma del Titolo V della Costituzione, si adoperino per incrementare e promuovere progetti centrando gli obiettivi della legge che a nostro avviso, sono legati soprattutto alla sostenibilità e auspichiamo a livello territoriale un coinvolgimento fattivo delle forze sociali a cominciare dal sindacato.
 
 
Note: 
 
1 “Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile” approvata il 2 ottobre 2017 dal Consiglio dei Ministri e licenziata dal CIPE con delibera del 22/12/2017 
 
2 Legge 205/2017 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 20182020” Art. 1 comma 86: Il Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni di cui all’articolo
 
3, comma 1, della legge 6  ottobre 2017, n. 158, è incrementato di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2018. 3 Legge 221/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse   naturali” Art. 72 - Strategia nazionale delle Green community
 
4 Legge 205/2017 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 20182020” Art. 1 comma 499: L’articolo 13 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, è sostituito dal seguente: «Art. 13. (Distretti del cibo). - 1.  Al  fine  di promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari, sono istituiti i distretti del cibo. 5 Risoluzione Nazioni Unite (anno 2015) - Agenda 2030 obiettivi:1-2- 7-8-1011-12-15,  rec. Commissione Europea: COM(2016) 739 final 6 Legge 35/2012 “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo” Art. 47 –
 
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