Un sindacato confederale vicino alle persone
MAGGIO 2018
17° Congresso Uil
Un sindacato confederale vicino alle persone
di   S. Biondo

 

In un contesto di instabilità politica come quello che stiamo vivendo, cosa vi aspettate dal Sindacato confederale e, in particolare, quale ruolo dalla UIL? E ancora. Dove ritenete che si sarebbe potuto “fare di più” e, quindi, da dove è necessario ripartire?

In questo contesto non solo di instabilità ma anche di scarsa capacità di orientamento della politica nei confronti degli italiani – le percentuali di astensionismo di questi ultimi anni ci dicono questo – diventa importante il ruolo di un sindacato confederale che, continuando il percorso intrapreso in questi anni dal Segretario generale Carmelo Barbagallo, sappia ritornare – a  partire dai più alti livelli organizzativi – al contatto umano con le persone, riducendo quanto più possibile le distanze. Allo stesso tempo, poi, un sindacato moderno deve saper fare le battaglie che i nostri iscritti, i nostri concittadini, ci chiedono, affrontandole con proposte concrete frutto di discussione interna con gli iscritti e di studio e competenza. In questi anni questa è stata la Uil sul tema della previdenza, rispetto al quale siamo stati l’organizzazione trainante. È stato così nei rinnovi contrattuali del settore pubblico e privato. È stato così nel cercare di condizionare le politiche economiche dei Governi che si sono succeduti in questi anni. Cosa la Uil avrebbe potuto fare di più in questi anni? Sicuramente, nei prossimi anni dobbiamo spingere di più sul tema dell’Europa, sulla necessità di incidere ad un cambio di passo in Europa per far risorgere un sentimento europeo nel Paese. Bisogna, poi, affrontare in modo più organico le vicende legate al mercato del lavoro italiano soprattutto nell’ambito dell’incontro tra domanda e offerta per mettere in comunicazione, attraverso servizi per i lavoro efficienti, il mondo produttivo con il mondo della scuola, dell’Università e dei giovani. Bisogna infine, mettere in primo piano il tema della ripartenza del Mezzogiorno, un tema rispetto al quale ormai è evidente come sia necessario un intervento straordinario mirato per rilanciare il Sud e far ripartire il Paese.

 

Il percorso che ci sta portando al congresso confederale ha visto svolgersi preliminarmente tutti congressi dei nostri livelli, quali sono state le “parole d’ordine” che hanno segnato i vostri incontri o che avete registrato come prioritarie nel dibattito tra i vostri delegati?

Innanzitutto il clima che si è respirato nei congressi territoriali, sia di categoria che confederali e a partire dai livelli territoriali sino a quelli regionali, è stato un clima contraddistinto dalla voglia di partecipazione delle delegate, dei delegati, degli iscritti e del gruppo dirigente che hanno manifestato un apprezzamento rispetto all’azione politica e sindacale portata avanti dalla Uil in questi anni. Un sindacato che anche nei momenti di difficoltà, dovuti in parte alla crisi ma anche in parte da Governi che hanno osteggiato l’azione sindacale, la Uil ha mantenuto la barra dritta concentrandosi sulla propria funzione essenziale della difesa degli interessi collettivi, delle lavoratrici, dei lavoratori, degli iscritti e dei cittadini in generale. All’interno dei luoghi di lavoro nelle nostre azioni è prevalso il pragmatismo nel rivendicare il rinnovo contrattuale, sia nel settore pubblico che in quello privato, ottenendo il miglior risultato possibile rispetto alle condizioni date. Un atteggiamento che è stato portato avanti anche dalla Confederazione nelle poche occasioni di confronto con il Governo nazionale sul tema della previdenza, del fisco e delle politiche sul sostegno al reddito. La parola d’ordine che è prevalsa in modo particolare è stata quella di essere fortemente pragmatici nell’azione da compiere, anche nei prossimi anni, contemperando l’interesse dei nostri iscritti e dei cittadini in senso generale con le condizioni del Paese, nella direzione di ridurre le diseguaglianze sociali, lavorative, intergenerazionali e territoriali che, purtroppo, ancora esistono nella società italiana. Pragmatismo che dovrà portarci, come è stato in questi anni, a delle risposte concrete sui temi del lavoro, del fisco, della previdenza, dello sviluppo del Paese e, in modo particolare, del Mezzogiorno e delle periferie del Paese. Quindi, la parola d’ordine è un pragmatismo fatto di competenze, dalle quali far uscire proposte concrete nel confronto con le Istituzioni nazionali e locali e nel confronto con le parti datoriali.

 

Nella Conferenza di organizzazione ci siamo prefissati un nuovo modello organizzativo, quello del c.d. “Sindacato a rete”, nell’intenzione di aprirci sempre più e nel contempo avvicinarci alle nostre realtà a tutti i livelli. Un nuovo modo di operare, fatto di confronto, condivisione e sinergia tra Confederazione, categorie, territori e servizi. Un’idea, insomma, di democrazia e di aggregazione che deve essere alla base della natura stessa di corpo intermedio quale siamo. Ebbene a che punto ritenete di essere con questo modello?

Anche in Calabria si sta dando seguito alle linee programmatiche della Conferenza di organizzazione. Ovviamente, essendo la Uil un’Organizzazione complessa, fatta di categorie aventi esigenze di diffusione sul territorio diverse, in linea con le esigenze dei propri iscritti, il processo di svolgimento organizzativo non può che essere graduale, tuttavia l’entrata a regime è ormai questione di poco tempo. Riteniamo che la riforma organizzativa, deliberata all’unanimità dal Consiglio e dall’Esecutivo nazionale, renderà sempre più forte, sempre più coesa e sempre più vicina la nostra Organizzazione, attraverso i propri servizi, alle istanze degli iscritti alla nostra Organizzazione ed, in generale, dei cittadini e dei simpatizzanti.

 

Tutto questo sottace una visione di UIL che è quella che fin dalla sua nascita l’ha resa un’organizzazione laica, solidale e aperta, perché sempre rispettosa del pensiero altrui. Nelle tante assemblee che si sono svolte in questi mesi, nei congressi, nelle campagne per le elezioni delle RSU e suoi luoghi di lavoro si è respirato tra le persone un grande senso di appartenenza alla nostra organizzazione, che sempre più si sono unite attorno ai nostri valori. Partendo proprio da questo bellissimo senso di riconoscimento nella UIL, cosa vi aspettate dal vicino appuntamento congressuale?

In questi quattro anni la nostra Uil, che si è posta con proposte concrete a capo delle istanze avanzate dalle lavoratrici, dai lavoratori, dai pensionati, dai giovani e dai disoccupati, è cresciuta in termini di consenso e di popolarità tra i nostri concittadini. Conferma di questo è data dalle recenti elezioni nel Pubblico impiego che hanno fatto registrare un consenso eccezionale nei confronti della nostra Organizzazione e ciò è avvenuto anche nelle elezioni del settore privato. Ormai, in molti luoghi di lavoro sia del settore pubblico che del privato la Uil è la prima organizzazione ed in altri la seconda. Questo trend conferma che la linea politica portata avanti dal nostro Segretario generale Carmelo Barbagallo e da tutta la Segreteria in questi anni si è rivelata esatta, perché ha saputo cogliere ciò che i lavoratori ed i pensionati, i nostri iscritti hanno chiesto in questi anni di difficoltà per il Paese: proposte concrete, pragmatismo, sobrietà. Ma soprattutto, la Uil ha dimostrato la capacità di calare le vicende del Paese nell’interesse dei nostri iscritti. Carmelo Barbagallo, rompendo con cliché del passato, in questi anni ha girato in lungo ed in largo l’Italia all’interno dei luoghi di lavoro, delle piazze, mostrando la stessa attenzione nei confronti delle eccellenze italiane e delle crisi aziendali. Al Congresso registreremo, sicuramente, un grande entusiasmo del gruppo dirigente attorno ad una leadership solida ed un rinnovato senso di appartenenza da parte dei partecipanti ai valori e alla storia della nostra Organizzazione. Ingredienti fondamentali perché dal Congresso, tenuto conto delle condizioni che vive il Paese, la Uil possa rilanciare i temi del lavoro, una grande vertenza fiscale, un programma di investimenti pubblici in ricerca, innovazione e sviluppato. Con un occhi di attenzione particolare alla vicenda Mezzogiorno per la ripartenza del Paese.

 

 

* Segretario Generale Uil Calabria

 

 

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