Ape volontaria
APRILE 2018
Sindacale
Ape volontaria
di   Barbara Francia

 

Con la Legge di Bilancio 2017, è stata data attuazione alle procedure per la richiesta dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica, definito Ape Volontario. La misura dell’APE volontaria, a differenza dell’APE sociale, a carico dello Stato e riservata ad alcune categorie disagiate e quindi meritevoli di tutela, consente di andare in pensione anticipata mediante un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, erogato da una banca in quote mensili per 12 mensilità, che il beneficiario otterrà alla maturazione del diritto. Si tratta di un esperimento che durerà sino alla fine del 2019 e che consente il prepensionamento a chi è vicino all’ambito traguardo. Possono richiedere l’Ape volontaria tutti i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), oppure a forme esclusive o sostitutive della medesima, ovvero lavoratori dipendenti sia pubblici che privati, gli autonomi e gli iscritti alla gestione separata, che, al momento della domanda, hanno un’età anagrafica minima di 63 anni, criterio sottoposto all’aumento dell’aspettativa di vita, che matureranno il diritto ad una pensione di vecchiaia entro tre anni e 7 mesi e siano in possesso del requisito contributivo minimo di venti anni.

Inoltre la loro futura pensione, al momento dell’accesso alla prestazione, al netto della rata di ammortamento corrispondente all’Ape richiesta, dovrà essere pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo. Non può presentare domanda per l’Ape volontaria chi ha già pensione diretta. Non è necessaria la risoluzione del rapporto di lavoro, non è essenziale per l’accesso all’anticipo finanziario a garanzia pensionistica e questo “prestito-ponte”, come nelle ipotesi di forme di credito al consumo, non è soggetto a tassazione. Rispetto al requisito dei 20 anni di contributi, l’Inps sostiene che è necessario tener conto di tutta la contribuzione a qualsiasi titolo versata, senza però le maggiorazioni e/o rivalutazioni dei periodi assicurativi riconosciuti dalla legge, come, ad esempio, il bonus riservato agli invalidi (maggiorazione di 2 anni per ogni anno lavorato), o la maggiorazione per attività con esposizione all’amianto. Non si considerano i periodi di lavoro all’estero, contrariamente, i periodi contributivi che siano oggetto di ricongiunzione, sono utili, purché, alla data di presentazione della domanda di Ape, sia stato pagato per intero l’importo dovuto. Il prestito durerà da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 43 mesi e l’importo richiedibile oscillerà tra un minimo di 150 euro mensili e in un massimo compreso tra il 75 ed il 90% della pensione netta maturata al momento della richiesta di Ape, sulla base dei mesi di anticipo richiesto.

In dettaglio, l’importo massimo è così organizzato: se l’anticipo è superiore a 3 anni si potrà chiedere fino al 75% della pensione; se è compreso tra 24 e 36 mesi, l’80%; tra 12 e 24 mesi, l’85%; se meno di 12 mesi si arriva sino al massimo del 90%. Il prestito viene erogato da un istituto di credito scelto dal lavoratore tra quelli che aderiscono agli accordi-quadro tra i ministeri del Lavoro e dell’Economia ed Abi (associazione bancaria italiana), e deve essere restituito in un arco temporale di 20 anni con una trattenuta sulla pensione. Al fine dell’ottenimento dell’Ape, il lavoratore deve chiedere all’Inps la certificazione del diritto alla pensione. L’ente, entro 60 giorni, verifica i requisiti necessari e successivamente comunica la data di maturazione dei requisiti anagrafici e l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. Dopo questa fase, si presenta all’Inps la domanda di pensione di vecchiaia (irrevocabile) e si stipula il contratto di prestito con la banca prescelta. Il tasso d’interesse ed il costo assicurativo saranno definiti al momento della domanda sulla base delle variazioni del mercato, ma una volta che sia stata presentata la domanda e sia stato accettato il piano di ammortamento, la rata, che verrà pagata dal momento della pensione per 240 mensilità, 20 anni, sarà sempre uguale.

Dal 13 febbraio l’INPS ha anche messo a disposizione un simulatore online per il calcolo dell’Ape, aperto a tutti senza registrazione, per una “ponderata valutazione della scelta”, come ha detto il presidente Tito Boeri. In effetti, tale scelta deve essere valutata attentamente. In generale, un lavoratore che sia occupato ed appagato dal proprio lavoro può scegliere di aderire o meno all’Ape volontaria, sulla base del valore che egli attribuisce al proprio tempo, al lavoro ed alla propria vita, poiché, da un punto di vista economico, la suddetta misura ha dei costi piuttosto elevati. Indubbiamente la Uil ritiene che tutte le misure su base volontaria, messe a disposizione dei lavoratori, siano utili, ricordando tuttavia che l’Ape volontaria sia una prestazione onerosa. Come UIL ci siamo battuti fortemente per l’introduzione dell’Ape sociale, misura che riconosce la diversa gravosità dei lavori e che quest’anno è stata estesa ad ulteriori 4 categorie per un totale di 15 categorie di lavoratori tutelate. È bene procedere in tal senso avviando la fase III sulla previdenza, reintroducendo una maggiore flessibilità di accesso alla pensione a partire dai 63 anni, mediante dei meccanismi ad hoc in grado di tutelare il futuro previdenziale dei giovani e che superino le disparità di genere che ancora oggi penalizzano le donne, con una piena valorizzazione del lavoro di cura, e restituendo potere di acquisto alle pensioni in essere.

 

 

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