IMMIGRAZIONE  - Ivana VERONESE
Servo ancora?
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19/07/2018  | Immigrazione.  

 

 

Servo ancora?

 

Il protagonista della nostra copertina si chiama Sheikh Faal, ha 22 anni. Viene dal Gambia. Lo abbiamo incontrato a Napoli, dove vive da più di tre anni. È un migrante, un rifugiato, un giovane uomo disoccupato che vorrebbe fornire un contributo al Paese che l’ha accolto. Ma non ci riesce. Perché?

di Stefania Chiale  https://www.corriere.it/

 

 QUELLA DI SHEIKH FAAL, 22enne del Gambia, giunto in Italia nel 2014 a 18 anni, è una storia di eccezionale normalità. Nonostante scappare dal proprio Paese a 16 anni, attraversarne altri cinque, essere incarcerato in Libia, evadere, salire su una barca, essere certo di morire tra le onde prima di arrivare sulle nostre coste non abbia nulla di normale. Eppure ci siamo abituati: alle notizie degli sbarchi, a vedere nelle nostre città schiere di giovani uomini inoccupati, in attesa di un documento che arriva (forse) dopo anni, alla conta dei corpi nel Mediterraneo, alla politica che li usa per una propaganda elettorale ininterrotta, solleticando gli istinti più bassi del Paese.

 

SHEIKH NON SOGNAVA L’EUROPA, né l’Italia. Non è partito dal Gambia per prendere la via del mare. La sua è una storia diversa. Lui qui ci è arrivato per necessità, per fuga, per caso.

 

LO INCONTRO A NAPOLI, dove vive da più di tre anni. Alcuni lettori di 7 riconosceranno il suo volto, protagonista della copertina Servo? del 1° giugno 2017, premiata Copertina dell’Anno. Seduti al tavolo di un caffè in piazza Bellini, inizia il racconto di un giovane immigrato, a cui nel 2016, due anni e quattro mesi dopo l’arrivo in Italia, è stato riconosciuto lo status di rifugiato. «Perché rifugiato?», gli chiedo e mi chiedo: il Gambia non è tra i Paesi che danno immediatamente il diritto all’asilo, come Siria, Eritrea o Somalia. «Io stavo bene nel mio Paese», inizia Sheikh in un italiano ancora incerto. Ha il viso e i modi di un ragazzino, gli occhi e le mani di un uomo. «Suonavo ...