Ritorno al futuro. Riprendiamo i percorsi evolutivi interrotti
SETTEMBRE 2018
Sindacale
Ritorno al futuro. Riprendiamo i percorsi evolutivi interrotti
di   Pino Turi
 
Dopo svariati anni trascorsi a limitare i danni generati da scelte sbagliate (dalla rilegificazione di Brunetta alla disintermediazione di Renzi, tutte finite nel blocco dei contratti pubblici), il rinnovo del contratto nazionale segna la ripartenza e la ripresa di un percorso evolutivo tutto incentrato su un modello concertativo, fortemente radicato sulla condivisione delle scelte strategiche, proprie della UIL. Recuperare la filosofia di fondo su cui il sindacato ha costruito la sua stagione più feconda, diventa il tratto dirimente, fatto questo già proposto al nuovo interlocutore politico che ha già mostrato un qualche interesse, sottoscrivendo importanti accordi sindacali. Gli appuntamenti prossimi, a partire dalla Legge di Bilancio, daranno l’esatta dimensione della volontà politica di rilanciare il comparto scuola e istruzione, individuando i finanziamenti per iniziare a trattare la fase del rinnovo. 
Quello da poco sottoscritto scade nel dicembre di questo anno. Assegniamo grande valore politico a questo passaggio che, se compiuto, è l’esplicitazione di una precisa volontà e di attenzione su un ambito che conserva una sua precisa strategicità. È di tutta evidenza come l’apertura di una nuova fase contrattuale, condotta rispettando i tempi normativi, ricrea da sé quel clima positivo che mette tutti gli attori della vicenda nella condizione di riprendere atteggiamenti positivi e propositivi che sono necessari per superare le riforme “incompiute” e sbagliate, sia del passato recente, che di quello remoto. Al di là degli aspetti più strettamente economici e di carattere amministrativo, nel nuovo testo contrattuale è stato riproporzionato il rapporto tra legge e contratto, che consente a quest’ultimo di derogare leggi e regolamenti restando nell’ambito della negoziazione tra le parti che, eliminando le interferenze di stampo unilaterale e per certi versi anche autoritarie (la primazia della legge) che hanno paralizzato e penalizzato il personale e di conseguenza, l’intero comparto. Ma su questo aspetto vanno fatte riflessioni attente. Il compito che attende il sindacato è sicuramente impegnativo, oltre che ambizioso, ma richiede grande senso di responsabilità e di un elevato grado di competenze. Serve recuperare un patrimonio di idealità e di progettualità da proporre con forza e coraggio in un clima incerto complessivamente per la presenza di forze “concorrenti” che continuano a fare della demagogia e del populismo le loro armi migliori. Elementi questi che non risparmiano nessuno, neanche la parte sindacale e si sono evidenziati anche nell’assunzione della responsabilità politica di sottoscrivere l’intesa sindacale raggiunta, a cui più di qualche sigla ha tentato di sfilarsi, magari nel tentativo di lucrare vantaggi in termini di consenso, puntando sulla sfiducia e sulla demagogia. Il Paese, è chiaro a tutti, sta tentando di imboccare strade nuove e diverse che lo rilancino e lo sta facendo con nuovi protagonisti, sarà bene chiarirsi subito, su quella che è la idea di scuola e sull’esigenza di realizzarla concretamente con tutti gli strumenti di democrazia partecipativa disponibili. Per noi è un’idea di scuola pubblica funzione essenziale dello Stato, seria e rigorosa che deve formare cittadini istruiti e consapevoli, prima ancora che lavoratori seri e capaci e non clienti da soddisfare. Il richiamo ad un’alternanza scuola/lavoro incentrata unicamente sull’acquisizione di competenze di carattere lavorativo non ci trova affatto convinti.
Giusto creare un rapporto con il mondo del lavoro, molto meno organizzare una scuola funzionale unicamente a quel mondo. I percorsi sono molto più articolati e vanno organizzati con estrema attenzione. La crescita culturale e civile di un popolo non può essere sacrificata solo ad una visione lavorocentrica. Rimettere in asse l’intera filiera del sapere, riordinandola, diventa il compito essenziale che compete sicuramente alla nuova classe dirigente, ma a cui il sindacato è fortemente interessato a concorrere. Un nuovo sviluppo, incentrato su una rinnovata attenzione ai temi dell’ambiente, della sicurezza sul lavoro e dell’occupazione, deve poter fondare su una scuola chiamata ad elevare ancor più la sua capacità di formare le future generazioni, ma anche a riconoscere al suo personale quel ruolo e quel peso specifico che si deve a chi svolge una funzione strategica ed essenziale per l’intera comunità. Condivisi questi basilari presupposti, è necessario organizzare, concretamente, programmi e cronoprogrammi per rendere strutturale un livello relazionale che sia il più ampio e democratico possibile che ritrova nel modello di scuola comunità, sancito dal contratto, la sede di partecipazione e di dialogo tra docenti, dirigente, personale ATA, alunni e famiglie. Il futuro riparte da una ripresa piena e consapevole delle dinamiche proprie della vita democratica di un Paese e il sindacato è soggetto di rango costituzionale. Sarà bene ricordarlo a tutti! Anche a chi continua ad indicarlo come nemico non avendo altre argomentazioni a supporto di un fallimento che è rappresentato dalle scelte di fondo della 107, decretato dai cittadini e non solo dal personale che rappresentato dal sindacato, con il contratto firmato, ha sostanzialmente fermato.
 
 
 
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