Lavoro, ripartiamo dalla sicurezza per costruire il futuro.
MAGGIO 2020
Sindacale
Lavoro, ripartiamo dalla sicurezza per costruire il futuro.
di   Salvatore Giannetto

 

Difficile dimenticare l’immagine dei tanti lavoratori che in questa dolorosa emergenza sanitaria hanno permesso al Paese di resistere. Abbiamo vissuto momenti difficili, di incertezza e smarrimento, anche se nel nostro territorio le misure di lockdown insieme alla riorganizzazione dei servizi sanitari, hanno consentito il contenimento dell’epidemia di COVID-19, che non ha mai messo in crisi la rete ospedaliera. Le misure hanno garantito l’interruzione dei contagi con lo sviluppo di un numero limitato di casi in tutte le province pugliesi. Attualmente la curva epidemica è in riduzione costante, ma la ripartenza in sicurezza ci pone di fronte a nuove e difficili sfide. Nulla sarà più come prima, letteralmente. Distanziamento sociale, regole di buona condotta epidemiologica, mascherine, cautela e prudenza saranno indispensabili d’ora in avanti. Le criticità da affrontare e risolvere sono tante, a partire dalla mancanza di liquidità vera e indennizzi robusti per rimettere in moto la nostra economia. Nella nostra provincia abbiamo un tessuto produttivo caratterizzato dalla presenza capillare di piccole e medie imprese, oggi messe in ginocchio dalla mancanza di liquidità e di spazi idonei per applicare il distanziamento previsto nell’ambito delle rispettive produzioni. Alle consuete problematiche, relative al lavoro che manca, alla troppa precarietà, al sommerso, al disagio sociale diffuso e ad una crescita mai riattivata, si sono sommate innumerevoli angosce e incertezze per il futuro, che si declinano nel rischio di perdere occupazione e reddito e nel diritto alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. La gran parte delle aziende di Lecce e provincia sono in affanno, crescono il malessere e le preoccupazioni soprattutto tra gli imprenditori della piccola e media impresa del turismo, settore- chiave della nostra economia che dovrà investire molte risorse per riportare la gente ad avere fiducia nei viaggi e nei soggiorni.

L’estate 2020 potrebbe essere compromessa e centinaia di aziende fallite. Di fronte a una tale situazione, dovrebbero azzerarsi tutte le scadenze per farle ripartire poco dopo la ripresa, così come sarebbe utile intervenire sugli affitti, insieme al governo centrale, per differirli o sospenderli. È un dato di fatto che dopo la chiusura forzata delle attività commerciali, i lavoratori e i datori sono di fatto senza reddito e la liquidità per far fronte alle necessità e alle tasse e scadenze da pagare, potrebbe esaurirsi a breve. I troppi passaggi burocratici previsti per la liquidazione della cassa integrazione stanno causando ritardi inaccettabili. Nella nostra provincia oltre 15mila aziende hanno richiesto l’attivazione dei vari ammortizzatori per un numero di lavoratori prudentemente stimato in oltre 80mila, a cui sommare gli invisibili del lavoro domestico e di cura, del lavoro stagionale nel turismo e nello spettacolo, delle giornate in agricoltura e delle partite Iva, vere o false. Per questi lavoratori occorre innanzitutto garantire la tempestività del sostegno al reddito. Particolarmente preoccupante è poi il dato della Cig in deroga a causa della lentezza con cui sta procedendo l’esame delle istanze da parte della Regione Puglia. A questi ritardi occorre porre rimedio, subito, se non si vuole rischiare di innescare una bomba sociale. Numerosi imprenditori del tessile e calzaturiero, altro settore portante della nostra economia, hanno riconvertito in parte la loro attività per produrre mascherine e dpi e ora tentano di ritornare alla normalità. Come sindacato stiamo vigilando sull’applicazione dei protocolli anti-Covid19 per la sicurezza sui luoghi di lavoro, anche attraverso una rete di comunicazione interna e sopralluoghi nelle aziende, perché salute e sicurezza dei lavoratori sono e dovranno essere la priorità.

Questi protocolli hanno definito un adeguato quadro di azioni preventive e di comportamenti idonei e sono fondamentali perché impongono una grande azione di controllo e, ove necessario, di repressione delle inadempienze da parte delle stesse parti sociali e degli organi pubblici, a partire da Asl, Ispettorato del Lavoro e Inail. A tal proposito, sono diverse le problematiche da risolvere per il settore agricolo, soprattutto alla vigilia della stagione della raccolta di prodotti ortofrutticoli: stiamo lavorando, di concerto con la Prefettura di Lecce, per mettere in campo le misure necessarie a regolamentare il lavoro degli stagionali nei campi, in modo da meglio rispondere all’esigenza del distanziamento sociale. In questi mesi i nostri telefoni non hanno mai smesso di squillare, tra chi chiede chiarimenti, sostegno, aiuto anche psicologico che abbiamo offerto grazie al nostro Centro di ascolto Mobbing e Stalking. Abbiamo lavorato da remoto, a tutte le ore del giorno e senza sosta, ma lo smart working ha di fatto aumentato la produttività, di certo non ridotto i servizi offerti. E così è stato per centinaia di altre aziende che hanno optato per questa modalità a distanza che sicuramente verrà sfruttata molto anche in futuro. Ne abbiamo ben compreso i vantaggi, in molti casi, ma è una modalità che va senz’altro regolamentata, perché ad un aumento della produttività deve corrispondere anche un aumento del salario, fatto salvo il diritto di disconnessione degli stessi lavoratori. Anche questo è un aspetto sul quale occorrerà fare chiarezza quanto prima. È ormai chiaro a tutti che dobbiamo predisporci al cambiamento, ripensare il paradigma economico ripartendo dalle persone in coerenza con il diritto alla salute. E per farlo dobbiamo ritornare ad essere un sistema territoriale, a fare gioco di squadra fra i sistemi produttivi locali, le reti infrastrutturali, la pubblica amministrazione, le parti sociali e datoriali. Ma per ripartire davvero non bastano i sussidi, serve un grande piano di investimenti in politiche attive del lavoro, serve creare buona occupazione. E in questa direzione di cambiamento deve andare, a mio avviso, l’azione del nostro sindacato, nell’interesse della comunità del lavoro che rappresentiamo e nella consapevolezza che davvero nulla più sarà come prima.

 

 

*Segretario Generale UIL Lecce

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