Le imposte sui redditi, confronto tra lavoratori dipendenti ed autonomi con la prossima introduzione della «flat tax»
NOVEMBRE 2018
Sindacale
Le imposte sui redditi, confronto tra lavoratori dipendenti ed autonomi con la prossima introduzione della «flat tax»
di   Servizio politiche fiscali UIL

 

 

Domenico Proietti: “Le modifiche al sistema impositivo per i redditi da lavoro autonomo e d’impresa presenti nel Disegno di Legge di Bilancio 2019 generano un grandissimo squilibrio nel nostro sistema fiscale relegando, di fatto, la progressività, valore  costituzionalmente stabilito, alla sola imposizione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, infatti per il 72% degli autonomi opereranno solamente 2 aliquote. Con l’estensione del regime forfetario, la così detta “flat tax”, a parità di reddito imponibile, ad esempio 35.000 € annui l’imposta Irpef di un lavoratore autonomo sarà pari a 5.250 €, mentre per un dipendente a parità di reddito sarà di 9.659 € il 45,64% in più. Differenza che può superare il 50% per i redditi più elevati.
 
 
La UIL chiede al Governo ed al Parlamento di impegnarsi fin da subito ad operare una revisione delle imposizioni sui redditi che sia improntata ad una vera progressività e riducendo la pressione fiscale che grava su tutti i redditi prodotti nel nostro Paese, ma in particolare sui lavoratori dipendenti e pensionati che da soli versano oltre il 94 del gettito Irpef”. Nello studio seguente abbiamo analizzato l’impatto che avrebbero le innovazioni contenute nel DdL bilancio 2019 sui redditi da lavoro autonomo e d’impresa per la sola imposta sui redditi Irpef confrontando la futura “flat tax” con le imposte sui redditi da lavoro dipendente. Dall’analisi dei dati si evince come le disuguaglianze impositive, già oggi presenti fra redditi da lavoro dipendente e quelli da lavoro autonomo e/o impresa individuale, verranno ulteriormente ampliate a causa dei benefici fiscali riconosciuti a quest’ultimi derivanti dalle imposte proporzionali e dalla soppressione delle ritenute d’acconto per la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi. In Italia l’IVA è l’imposta più evasa con un mancato gettito superiore ai 36 miliardi di euro annui, quindi la già elevata propensione all’evasione dei redditi interessati dal provvedimento aumenterà in ragione dell’enorme il gap tra imposta ordinaria e quella agevolata, con il possibile incremento di fenomeni di occultamento dei ricavi o di tardiva trasmissione per non incorrere nel rischio di sforare le soglie previste. Queste estensioni interesseranno oltre 3,3 milioni dei contribuenti Iva, sia a regime ordinario che speciale, oltre due terzi della platea totale, il 72,39%, come risulta dai dati pubblicati dal Mef sulle dichiarazioni dei redditi 2017. 
 
 
 
Estensione Regime forfettario
 
Il regime fiscale forfetario istituito dalla legge di stabilità del 2015 viene ampliato introducendo un’unica soglia di accesso dei compensi/ricavi pari a 65.000 euro, più elevata rispetto a quelle attuali che variano in rapporto al tipo di attività svolta. L’imposta del 15% sostituirà IRAP, IRPEF e addizionali regionali e comunali; inoltre che aderisse al regime forfettario sarà escluso dell’applicazione dell’IVA, dagli studi di settore, dagli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità). Nella tabella seguente abbiamo confrontato gli effetti di tale estensione sulla differente imposizione derivante dall’imposta Irpef e relative addizionali a parità di reddito imponibile tra un lavoratore autonomo ed un lavoratore dipendente.
 
 
Imposta sostitutiva per redditi autonomi o d’impresa fino a 100.000€
 
A decorrere dal 1° gennaio 2020 è istituita un’imposta sostitutiva pari al 20% del reddito d’impresa e sostituirà IRAP, IRPEF e addizionali regionali e comunali, saranno inoltre esonerati dalla applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e dai relativi obblighi.
 
 
Progressività Imposta dal 2020
 
Per rendere evidente come l’estensione dei regimi forfettari e l’introduzione dell’aliquota sostitutiva siano fortemente anti-progressivi e discriminanti per i lavoratori dipendenti nel seguente grafico abbiamo messo in parallelo le differenti aliquote che saranno applicate, a decorrere dal 2020.
 
 
Il grafico riassume visivamente il diverso impatto che avrà l’erario a parità di reddito in relazione alla tipologia di lavoro svolto, evidenziando come la progressività sia limitata esclusivamente ai lavoratori dipendenti, e come al crescere del reddito imponibili di riferimento l’aliquota netta applicata sia nettamente superiore per i redditi da lavoro dipendente, con un divario che negli esempi analizzati arriva a 18 punti percentuali.
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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