Patto per la Fabbrica: Intesa tra Confindustria e CGIL, CISL, UIL ...
GENNAIO 2019
Sindacale
Patto per la Fabbrica: Intesa tra Confindustria e CGIL, CISL, UIL ...
di   Silvana Roseto

 

 

Il 12 dicembre u.s. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno firmato un’Intesa - in attuazione del cd. “Patto per la Fabbrica” - rinnovando, dopo ben 23 anni, anche l’Accordo in tema di Salute e Sicurezza sul Lavoro. Il precedente Accordo Interconfederale in tema di rappresentanza e pariteticità nell’ambito delle tutele di salute e sicurezza sul lavoro, era stato infatti firmato il 22 giugno 1995 in attuazione del D.lgs. 626/94, che rimandava alla contrattazione collettiva la declinazione delle regole per l’istituzione e le modalità di esercizio del ruolo degli RLS e per la costituzione e l’attività degli organismi paritetici. Con l’entrata in vigore del D.lgs. 81 del 2008, che ha abrogato il D.lgs. 626/94, si è resa necessaria la revisione dell’Accordo per adeguarlo alle nuove disposizioni, anche in tema di rappresentanza e pariteticità, ma che nel frattempo ha continuato ad essere applicato con la regolare istituzione dei RLS mediante procedure di elezione o designazione, e con la costituzione di organismi paritetici territoriali, anche se non in maniera uniforme sul territorio nazionale.
 
Fra gli elementi considerati di fondamentale importanza per le OO.SS. ricordiamo, innanzitutto, la previsione in ogni contesto lavorativo del rappresentante dei lavoratori sui temi della salute e sicurezza sul lavoro, al fine di garantirne la partecipazione agli interventi di prevenzione e tutela per perseguire il miglioramento continuo verso condizioni di benessere sul luogo di lavoro, anche in conformità a quanto previsto dalla direttiva europea 89/391; inoltre, l’istituzione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST), del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo (RLSS), e la definizione delle regole del sistema della pariteticità. Il tavolo di confronto con Confindustria era stato già avviato nel 2009 ma ha avuto un percorso altalenante, anche in relazione all’andamento dei rapporti contrattuali. Negli anni le Parti hanno continuato a lavorare su diverse bozze di accordo e, infine, dopo la firma dell’Accordo Interconfederale del 9 marzo 2018 - cosiddetto “Patto per la Fabbrica”- si è concretizzata la possibilità di addivenire anche ad un nuovo accordo sulla rappresentanza e pariteticità in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Quindi, a distanza di 10 anni dall’emanazione del decreto 81 sulla salute e sicurezza sul lavoro, l’Intesa del 12 dicembre scorso mette al centro dell’iniziativa delle Parti la piena valorizzazione dei principi qualificanti sui temi della salute e sicurezza del cd. Testo Unico impegnandole, inoltre, nell’elaborazione di una serie di proposte dirette ad attuare appieno il quadro normativo, stabilendo il ruolo della pariteticità come elemento di governance del sistema. “L’Intesa getta le basi per una serie di iniziative comuni finalizzate a garantire - attraverso una maggiore prevenzione- più elevati standard di sicurezza e più ampie tutele, puntando a rafforzare il clima di cooperazione tra le imprese ed i lavoratori, anche al fine di contrastare il pericolo di comportamenti e pratiche elusivi della legislazione vigente. Avvia un confronto sui temi della salute e della sicurezza in relazione alle trasformazioni tecnologiche e organizzative in atto nel lavoro. Punta al miglioramento delle tutele assicurative dell’Inail garantendo, nel rispetto degli equilibri tra premi e prestazioni, migliori livelli di tutela a favore dei malati di origine professionale e degli infortunati”. Con l’Intesa articolata in dodici punti, Confindustria e CGIL CISL UIL hanno ribadito gli impegni comuni già assunti in merito fra cui ricordiamo quello sulla revisione degli organismi paritetici, sulla necessità della riforma degli enti previdenziali ed assistenziali, l’Accordo Quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro; quindi hanno convenuto interventi modificativi e/o integrativi da proporre al legislatore, per una maggiore efficacia e concretezza per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, impegnandosi a dare la massima disponibilità nel fornire il proprio contributo nel percorso di revisione della normativa, fra cui ricordiamo: · identificare adempimenti di natura meramente formale che causano oneri impropri a carico delle imprese senza avere per riscontro alcuna efficacia di prevenzione; · identificare un ruolo primario nella formulazione di proposte e nell’attuazione dei percorsi formativi anche alle parti sociali quali dirette rappresentanti di imprese e lavoratori; · valorizzazione della sorveglianza sanitaria in merito ad assunzione di sostanze stupefacenti e alcool la cui disciplina necessita di essere rivista, così come già proposto con documento comune al legislatore ed al Governo; · maggiore attenzione alla prevenzione delle malattie professionali ed ai necessari interventi da adottare, anche a fronte dell’introduzione delle nuove tecnologie; · potenziamento della cultura della prevenzione già dal periodo scolastico con particolare riguardo anche alla normativa che dovrebbe riguardare i percorsi misti scuola-lavoro, ossia tirocini, apprendistato e alternanza scuola-lavoro; · adozione di soluzioni che portino ad evitare gli infortuni gravi e mortali più ricorrenti (a titolo esemplificativo ricordiamo, a tal proposito, l’importanza dell’adozione di buone prassi ma anche l’analisi dei mancati incidenti); · adozione di un tavolo permanente presso INAIL per la condivisione di temi da approfondire, analisi su aspetti specifici in ordine a progetti di prevenzione generali o settoriali, analisi dei dati presenti negli open data, individuazione di azioni congiunte sulla base degli approfondimenti, fra cui forme di finanziamento da parte dell’INAIL attraverso risorse destinate alla prevenzione. È stato inoltre stabilito di richiedere congiuntamente che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali intervenga per porre fine alla proliferazione selvaggia degli organismi paritetici illegali o, quanto meno, non rispondenti ai dettami della normativa specifica che li definisce puntualmente, ponendo così un freno al mercato illegale della formazione e alla creazione di forme di concorrenza sleale e di dumping tra le imprese, a discapito della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Infine le Parti, hanno sottolineato il proprio impegno in tema di reinserimento lavorativo e accomodamento ragionevole e relativamente all’invecchiamento attivo, hanno convenuto sull’opportunità di promuovere un nuovo Fondo per la tutela dei malati affetti da morbilità causata dall’amianto per garantire a essi un sostegno adeguato. 
 
Parte integrante dell’Intesa è “l’Accordo Interconfederale sulla rappresentanza e pariteticità in materia di salute e sicurezza” che, facendo salvo quanto già stabilito dai CCNL e dagli Accordi Nazionali di Categoria o Aziendali laddove migliorativi, definisce alcuni criteri per la rappresentanza dei lavoratori in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e su base territoriale, dandone più compiuta attuazione. Nello specifico evidenziamo che è stato incrementato il numero di ore dei permessi previsti per l’espletamento del ruolo e lo svolgimento delle attribuzioni del RLS, che si aggiungono a quelle già disponibili come RSU/RSA, come segue: • aziende fino a 5 lavoratori passa da 12 ore dell’AI del 22/06/95 a 24 ore; • aziende da 6 a 15 lavoratori passa da 30 ore dell’AI del 22/06/95 a 48 ore; • aziende oltre 16 lavoratori passa da 40 ore dell’AI del 22/06/95 a 72 ore. È stata prevista la costituzione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST) che, così come disciplinato dall’art. 48 del D.Lgs. 81/2008, eserciterà le sue funzioni laddove non sia presente il RLS o una rappresentanza sindacale e in quelle in cui, anche a fronte di una sensibilizzazione da parte del datore di lavoro, non si sia comunque potuto provvedere alla individuazione del RLS aziendale, e più precisamente nelle seguenti tre ipotesi: “a) nelle aziende (o unità produttive) che occupano fino a 15 lavoratori e non abbiano eletto il RLS; b) nelle aziende (o unità produttive) che occupano più di 15 lavoratori e nelle quali non sia presente la rappresentanza sindacale, laddove il RLS o il maggior numero previsto  non siano stati eletti/designati; c) nelle aziende (o unità produttive) che occupano fino a 15 lavoratori, nelle quali il RLS eletto o designato non sia stato formato secondo quanto previsto nel presente accordo o manchi un verbale di elezione/ designazione”. Inoltre è stata richiamata la disciplina per l’istituzione del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo (RLSS), ai sensi dell’art. 49 del Decreto 81/08, figura centrale e di rilevante importanza nell’ambito dell’architettura prevenzionale soprattutto in quei contesti produttivi caratterizzati dalla compresenza di più aziende (es. porti, aeroporti), ma anche nei cantieri in cui vanno ad incidere contemporaneamente più realtà lavorative, spesso contrassegnate da una molteplicità di contratti di appalto. Una articolata rete di organismi paritetici regolerà lo svolgimento dei compiti in materia di salute e sicurezza sul lavoro così come dettato dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., fra cui un Organismo Paritetico Nazionale, oltre a quelli territoriali, cioè Regionale e Provinciale. In merito alla formazione, le Parti sottolineano che abbia una alta rilevanza nel sistema della prevenzione e, per questo, ritengono indispensabile effettuare proposte affinché siano delineati percorsi formativi realizzando un sistema omogeneo su tutto il territorio nazionale. Sottolineano inoltre che anche nelle fasi di crisi delle imprese non si possa incidere negativamente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, pertanto concordano che la formazione possa essere validamente erogata anche durante i periodi di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro previsti dalla normativa sugli strumenti di sostegno al reddito. Complessivamente questa intesa rappresenta un ulteriore passo del percorso delineato col Patto per la Fabbrica che da gennaio vedrà le Parti impegnate, oltre che sulla necessità di giungere ad una più ampia intesa sulla misurazione della rappresentanza, anche sui temi della riduzione del costo del lavoro, delle politiche fiscali, delle politiche attive per l’occupazione, della formazione, del capitale umano, del welfare, nonché sui temi legati alla partecipazione all’Europa con particolare attenzione alle politiche di coesione e di sviluppo.
 
 
 
 
Potrebbe anche interessarti: