Strategie Regionali per lo Sviluppo Sostenibile
MAGGIO 2019
Sindacale
Strategie Regionali per lo Sviluppo Sostenibile
di   Antonio Ceglia

 

 

Il tema della sostenibilità considerata in tutte le sue dimensioni - ambientale, economica, sociale - è trattato in molti accordi internazionali, proprio a dimostrare quanto l’argomento stia diventando sempre più importante. Tra questi accordi merita attenzione l’Agenda ONU 2030 con i sui 17 goals e 169 targets adottata nel nostro Paese a settembre 2015 che ha visto l’Italia protagonista nel suo processo di costruzione, sottoscrizione ed adesione. Il raggiungimento degli obiettivi da raggiungere entro il 2030 richiede però l’impegno e il coinvolgimento di tutti: istituzioni, parti sociali, società civile, imprese e cittadini.
 
A livello europeo per supportare e monitorare il raggiungimento degli obiettivi la Commissione quest’anno ha pubblicato il documento di riflessione “Verso un’Europa più sostenibile entro il 2030” nel quale emerge con forza il collegamento tra Sviluppo sostenibile, Governance multilivello e Better regulation. È infatti evidente l’esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse in un nuovo modello di sviluppo: il concetto di sviluppo sostenibile si sostanzia infatti in un principio etico che richiede dinamiche economiche e sociali compatibili con il miglioramento delle condizioni di vita e con la capacità delle risorse naturali di riprodursi in maniera indefinita. Il documento riporta il fermo impegno dell’UE nel voler realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile anche a sostegno dell’accordo di Parigi del 2015 (COP 21) sui cambiamenti climatici ed intende orientare la discussione su come conseguire al meglio questi obiettivi e sul modo migliore in cui l’Unione europea possa apportare il suo contribuito entro il 2030. 
 
Ci fanno ben sperare le stime fatte dalla Commissione Europea: l’economia circolare, le fonti rinnovali ed il cambiamento di alcuni comportamenti hanno tutto il potenziale per ottenere risparmi significativi, e nel prossimo decennio il passaggio di transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili potrebbe generare circa 900.000 nuovi posti di lavoro senza un significativo investimento aggiuntivo. Nel nostro Paese lo strumento di coordinamento dell’attuazione dell’Agenda 2030 è la “Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile” (in seguito SNSvS) approvata dal CIPE nel dicembre 2017. La SNSvS come previsto dal Dlgs 221/2015 (collegato ambientale), ha sostituito la Strategia Nazionale di azione ambientale del 2002 prevedendo un aggiornamento triennale e definendo il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale, in attuazione dell’art. 34 del codice ambientale (D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.), il tutto affinché le Regioni e le Province Autonome approvino le proprie Strategie di sviluppo sostenibile entro un anno dall’approvazione della strategia nazionale perché esse hanno un ruolo fondamentale per l’attuazione dell’Agenda.
 
La governance per l’attuazione della SNSvS è stata ripresa e descritta nel testo della Delibera CIPE n. 108/2017, dove si prevede che il MATTM (Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare) debba costituire un tavolo inter-istituzionale composto dalle Regioni, dal MEF e dagli altri Ministeri, secondo le materie di competenza, ai fini dell’affinamento dei contenuti della Strategia e dell’identificazione delle necessarie azioni di coordinamento. Per far ciò, entro il 2019 il MATTM deve prevedere di pubblicare un bando rivolto a Università, Enti di ricerca e Fondazioni che abbiano chiaramente indicato nello statuto come scopo principale la promozione dello sviluppo sostenibile e della cultura della sostenibilità. Il bando sarà finalizzato a sostenere attività di ricerca finalizzate all’attuazione della SNSvS e dell’Agenda 2030. Le risorse stanziate saranno pari a € 1.200.000 destinati a finanziare progetti di ricerca dedicati, attività di divulgazione scientifica, nonché l’introduzione dei temi dello sviluppo sostenibile legati all’attuazione della SNSvS e dell’Agenda ONU 2030 negli insegnamenti, esistenti e in programma, dei corsi di laurea interessati. Un sistema economico che non tenga presente l’ambiente, la sua tutela e l’uso sostenibile delle risorse è certamente destinato ad implodere, pertanto affrontare concretamente questa sfida significa rafforzare aree e settori ad infrastrutture pubbliche e private che non possono prescindere dal tema della sostenibilità.  La necessità, come ci dice l’Europa, di una “visione strategica di lungo termine” che fissa l’obiettivo di una economia ad emissioni zero di carbonio entro il 2050, ci fa capire che non basta più contenere le emissioni entro i 2 gradi come stabilito dall’Accordo di Parigi, ma che dobbiamo impegnarci di più e in modo serio anche rispetto all’Agenda 2030.
 
Affinché si realizzi tutto questo è fondamentale una vera e propria “rivoluzione culturale” che richiede scelte fondamentali di politica economica e industriale da parte non solo delle istituzioni, ma anche della politica affinché ci sia un reale cambiamento epocale nel nostro modo di produrre, di consumare, di pensare e di agire.  Uno dei temi fondamentali che deve accompagnare questa transizione è l’economia circolare: pertanto diventa urgente disporre di un quadro normativo stabile e armonizzato. L’Italia infatti è leader europeo nel riciclo dei rifiuti speciali (77,2%), in quello dei rifiuti d’imballaggio (67,5%) ed è anche in buona posizione per quanto concerne il riciclo dei rifiuti urbani (44%). Il riciclo in Italia è ormai un settore industriale consistente, con circa 7.200 impianti e 133.000 addetti. Per questo, non è procrastinabile l’emanazione dei decreti relativi ai singoli processi di riciclaggio/recupero, i cosi detti decreti “end of waste”, valorizzando gli scarti che derivano dalle lavorazioni per riutilizzarli nei processi produttivi come materia prima seconda riutilizzabile quindi nel settore industriale. Su questo tema è quanto mai urgente che il Ministero dell’Ambiente lavori celermente con tutti gli stakeholder sull’attuazione di questi decreti. Questo ritardo nell’attuazione della normativa è, infatti, lamentato da aziende e operatori di settore, poiché blocca la realizzazione di uno strumento che avrebbe il potenziale di generare nuova occupazione e maggiore sviluppo in un settore cruciale per il nostro Paese. Un passo in avanti, se pur marginale, è stato fatto il 15 maggio 2019 con l’approvazione del decreto “end of waste” per il riciclo dei pannolini usati, PAP, che permetterà di far sviluppare questa tecnologia industriale creando nuovi posti di lavoro. Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha cosi commentato: “si potranno recuperare e non mandare a incenerimento o discarica ben 900 mila tonnellate l’anno di rifiuti”.
 
Per favorire la sostenibilità e l’economia circolare il Governo deve maggiormente diffondere la cultura dell’uso e dell’utilizzo delle risorse disponibili, sensibilizzare le persone a seguire stili di vita e a tenere comportanti più responsabili nei confronti dell’ambiente, evitando il più possibile sprechi. Per realizzare questi obiettivi c’è bisogno del sostegno e del contributo da parte di tutti gli stakeholders: Istituzioni, Governo, associazioni, Parti Sociali, e la UIL su questo cammino sarà in prima linea per contribuire a questa rivoluzione basata sulla sostenibilità, circolarità, e tutela dell’ambientale.
 
 
 
 
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