I Clusters tecnologici nazionali: una realtà da potenziare
MAGGIO 2019
Agorà
I Clusters tecnologici nazionali: una realtà da potenziare
di   Iperide Ippoliti

 

 

Come UIL abbiamo sostenuto con convinzione, fin dal loro avvio, il ruolo decisivo dei Clusters Tecnologici Nazionali”, ovvero di aggregazioni “aperte ed inclusive”, su base associativa, che in linea con le indicazioni e le esperienze europee, possono riuscire a raccogliere le migliori competenze scientifiche e tecnologiche delle reti pubbliche e private nazionali impegnate nella ricerca di base e, soprattutto, finalizzata ed industriale e nella connessa ricaduta e trasformazione tecnologica. Lo strumento “cluster” meglio di ogni altro - specie dopo l’abbandono dei vecchi “Progetti Finalizzati” del CNR, ed il sostanziale fallimento di “Industria 2015” - può contribuire a: • concentrare su grandi obiettivi strategici le azioni interne al sistema di R&S sul piano nazionale e nei territori; • connettere la Strategia di Specializzazione Intelligente (SSI) e le politiche industriali innovative alla programmazione nazionale (PNR) e regionale di Ricerca & Innovazione, raccordando in più grandi “piattaforme” le iniziative ed i soggetti esistenti, ivi compresi i Distretti Industriali ed i Centri di competenza; • rafforzare le sinergie nel siste ma e le azioni di trasferimento tecnologico; • includere e valorizzare l’impegno di innovazione della PMI, delle più “piccole” realtà come gli spin-off e le start-up; • sviluppare la formazione di competenze professionali innovative sul mercato del lavoro industriale e dei servizi.
 
Ecco perché ne chiederemo al Governo, al Miur ed al Mise, il rafforzamento, finanziario, organizzativo e normativo, anche in vista del varo del prossimo “Accordo Quadro” per la gestione delle politiche di Coesione e l’avvio anch’esso prossimo della nuova programmazione europea, Horizon Europe 2021-2027. Ed ecco perché abbiamo accettato, molto volentieri, di partecipare alla importante iniziativa del MIUR e di Confindustria sul tema “I clusters tecnologi nazionali: la piattaforma strutturale di collaborazione”, tenutasi il 14 maggio u.s. presso la “Sala Pininfarina”, alla presenza del prof-. Lorenzo Fioramonti, Vice Ministro Ministero dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca, e dell’ ing. Andrea Cioffi, Sottosegretario di Stato, Ministero dello Sviluppo Economico. Iniziativa nella quale i tutti maggiori responsabili dei 12 Clusters attualmente operanti nel nostro paese hanno illustra to ai numerosi presenti, organizzazione, obiettivi, piattaforme e risultati della propria attività, a distanza oramai di quasi 6 anni dall’ avvio delle principali esperienze nel campo. Alla riunione non sono mancati gli apporti importanti delle Regioni, della Conferenza dei Rettori delle Università italiane, delle grandi Aziende pubbliche partecipate (Ansaldo,Eni, Enel,Leonardo, Poste Italiane, Snam, Terna. Numerosi i rappresentanti - dirigenti, ricercatori e tecnologi - dei principali Enti Pubblici di Ricerca. Come si sa la Ricerca del nostro Paese rimane fortemente sottodimensionata, sia finanziariamente - 0,8% del Pil il peso di quella  pubblica, 0,5% del Pil l’apporto di quella privata - sia per quanto riguarda il numero e l’intensità degli addetti.
 
Ma questo non ha influito e non influisce sulla qualità dell’ apporto dei ricercatori italiani che resta di assoluta eccellenza internazionale. Piuttosto a dover fortemente preoccupare governi, comunità scientifica e rappresentanze sociali sono : la debolezza delle sinergie (ciascun protagonista tende a giocare in proprio anche per accaparrarsi una fetta delle già scarse risorse disponibili), la residualità e la mancata organica strutturazione del rapporto pubblico-privato, l’insufficiente orientamento della produzione di nuove conoscenze verso i bisogni di modernizzazione della produzione e dei servizi sociali e delle azioni di trasferimento tecnologico. A ciò si deve aggiungere l’ancora scarso apporto del finanziamento proprio delle imprese ai progetti di ricerca, apporto che proprio la realtà dei Clusters dovrebbe, invece, contribuire a rafforzare. Ritorneremo su questo importante argomento fornendo illustrando  un quadro più completo e di dettaglio della realtà, della organizzazione e delle finalità  dei Clusters, che per ragioni di sintesi e di spazio non possiamo fornire in questa sede. Qui ci limitiamo, per la sensibilizzazione di quanti nel nostro sindacato non conoscono questa realtà, a fornire alcuni basilari informazioni. I Clusters Tecnologici Nazionali nascono nel nostro paese su iniziativa del MIUR, in linea con le priorità delineate dal Programma Quadro dell’ Unione Europea per la Ricerca e l’ Innovazione “Horizon 2020”, normati dal Decreto Direttoriale n.257 del 30 maggio 2012. Le modalità di costituzione e partecipazione “associativa” dei Clusters e la connessa attività progettuale sono regolate, per i soggetti industriali e per le istituzioni scientifiche pubbliche, sia dalle norme e dai criteri fondamentali del DM n. 593/2000 e ss.mm.ii.
 
Appositi bandi del Miur (in connessione con la realizzazione del Programma Nazionale della Ricerca) ne promuovono sui base concorsuale e dunque selettiva (valutazione a cura di panels sempre regolati dal Miur)  il finanziamento dei progetti presentati, anche questi rispondenti ai criteri fissati nei bandi stessi. Nella riunione di cui sopra il Vice Ministro Fioramonti ha dato l’annuncio dell’avvenuta approvazione da parte degli organi contabili dei nuovi 4 Clusters Nazionali - Energia, Cultural Heritage (Patrimonio Culturale), Made in Italy e Blue Growhth (tecnologie marine) che si vanno così ad aggiungere agli altri 8 Clusters già operanti: Aerospazio, Agrifood, Chimica Verde, Fabbrica Intelligente, Mezzi e sistemi per la mobilità terrestre e marina, Scienze della Vita, Tecnologie per gli ambienti di vita (domotica), Smart Cities and Communities. Finiamo sottolineando ancora, come in apertura, l’importanza che tutto il sindacato dovrebbe annettere a questa tematica. Come UIL ci stiamo preparando, a questo proposito, non solo per sostenere le iniziative già messe in campo ma anche per tentare di superarne alcune insufficienze ed integrarne/correggerne alcune impostazioni strategiche e normative. Su 4 punti essenziali si può sviluppare la nostra proposta: 1) rendere più agevole e nel contempo più incisiva la partecipazione delle componenti pubbliche; 2) attrezzare una governance in grado di meglio valutare, monitorare, e potenziare il raggio di influenza e di azione dei Clusters per un vero sviluppo orizzontale delle sinergie pubblico-privato; 3) chiedere, soprattutto con la nuova fase della programmazione UE, la implementazione delle risorse destinate al finanziamento progettuale dei Cluster e particolarmente a quello per formazione delle nuove competenze e professionalità; 4) rendere i Clusters attori prioritari della Strategia di Specializzazione Intelligente con più incisive e misurabili ricadute sulla modernizzazione in particolare del manifatturiero italiano.                                                                                                                                                      
 
 
 
 
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