“Le modifiche approvate oggi dal Parlamento europeo sulle direttive dedicate alla rendicontazione di sostenibilità e alla due diligence nelle catene globali del valore, rappresentano un passo indietro che ci preoccupa profondamente”.
È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo.
“Con le nuove soglie approvate oggi, la rendicontazione di sostenibilità sarà obbligatoria solo per una fascia ristretta di imprese molto grandi: da circa 50.000 aziende coinvolte si passerà a poco più di 8-10.000. Allo stesso modo - ha rimarcato Buonomo - la due diligence, che in origine doveva riguardare oltre 12.000 imprese europee e migliaia di operatori extra UE attivi nel nostro mercato, verrà limitata a qualche migliaio di colossi. È un cambio di portata enorme.”
“Ancora più grave - ha proseguito Buonomo - è l’eliminazione dell’obbligo di predisporre piani di transizione climatica allineati all’Accordo di Parigi. La sostenibilità non è un adempimento burocratico: è un fattore di competitività, di qualità dell’occupazione, di attrazione degli investimenti e di corrette relazioni industriali. La transizione ecologica ed energetica richiede responsabilità condivise”.
“Per questo, chiediamo che nel negoziato con il Consiglio si recuperi equilibrio. Continueremo a portare questa posizione nelle sedi europee e nazionali, perché - ha concluso Buonomo - non esiste competitività senza diritti, sostenibilità e trasparenza”.
Roma, 13 novembre 2025



