“Bene che la revisione di metà periodo dei programmi della coesione europea portino in dote 890 milioni di euro per il piano casa. Tuttavia, non è pensabile che basti la sola integrazione delle risorse della politica di coesione europea, nazionale e regionale, per affrontare il tema del diritto all’abitare. Occorre fare di più”.
È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese.
“Oggi la questione abitativa è un’emergenza: secondo un nostro studio, il prezzo delle locazioni è cresciuto nell’ultimo anno, in media, del 5,1%. Una spesa che incide sul budget familiare, mediamente, per il 24,2%, con punte del 58% circa nelle grandi città. Bisogna quindi ripristinare le risorse del fondo per il sostegno agli affitti, senza trovare scorciatoie che possono mettere in mezzo alla strada centinaia di famiglie. È poi necessaria una politica che agisca sia a livello centrale che locale, con alternative articolate in riferimento alle diverse caratteristiche della domanda. Per i nuclei a basso reddito, ad esempio - ha spiegato Veronese - l’unica risposta può essere fornita dall’edilizia pubblica, di cui bisogna incrementare lo stock, sia con il recupero degli alloggi non utilizzati, sia attraverso nuove unità. Per le famiglie composte per lo più da lavoratrici e lavoratori dipendenti ”economicamente deboli“, che hanno superato i requisiti per l’accesso all’edilizia pubblica, invece, un ruolo importante può essere svolto dall’edilizia sociale a costi sostenibili, come d’altronde avviene da decenni in molti paesi europei”.
“È urgente pianificare un progetto complessivo che - ha concluso Veronese - permetta di ridare vita alle città, riducendo il disagio abitativo e affrontando il nodo della direttiva europea sulle ’case green’”.
Roma, 3 novembre 2025



