“Non possiamo accettare un atteggiamento di scarico di responsabilità verso le organizzazioni sindacali, peraltro non presenti al tavolo sull’accordo di programma, rispetto al futuro dell’ex Ilva. Occorre una svolta immediata e radicale nella gestione di questa crisi. Non è più tollerabile che, dopo oltre un decennio, migliaia di lavoratrici e lavoratori continuino a vivere nell’incertezza, stretti tra emergenze ambientali, industriali e sociali”.
È quanto hanno dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, e il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine dell’incontro, svoltosi oggi con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dedicato al futuro delle Acciaierie d’Italia.
“Dopo anni di denunce sulle condizioni disastrose degli impianti, sul mancato rinnovo dell’Aia, scaduta due anni fa e poi prorogata, il ministro Urso ci ha detto che senza una nuova Aia e senza l’accordo di programma entro luglio, il tribunale di Milano potrebbe decidere la chiusura dell’ex Ilva. Per noi - hanno sottolineato Buonomo e Palombella - è inaccettabile questa situazione e ci rimettiamo alla responsabilità di tutte le parti istituzionali coinvolte, senza alcuna pregiudiziale. È indispensabile garantire piena tutela occupazionale, non solo per le lavoratrici e i lavoratori diretti, ma anche per l’intero indotto. Serve un vero piano di rilancio industriale e occorre definire al più presto un accordo interistituzionale, basato su investimenti strutturali, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Non sono più ammissibili soluzioni tampone o scorciatoie. Il tempo stringe - hanno proseguito i due sindacalisti - e si rischia di arrivare a un punto di non ritorno, vista la condizione drammatica in cui versano gli stabilimenti. È necessaria una maggiore autorevolezza da parte del governo, spingendo affinché le amministrazioni locali coinvolte giungano a una soluzione definitiva, concreta e rapida. Chiediamo agli enti locali una decisione urgente. Non si può continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori e di intere comunità. La politica, nazionale e locale, deve mettere al centro il bene delle persone, la difesa dell’ambiente e della salute, il futuro del Paese e non altre questioni. Chiediamo di essere coinvolti nelle decisioni sul futuro dell’ex Ilva - hanno concluso Buonomo e Palombella - e non di essere chiamati solo a fatti già accaduti e solo per gestire macerie sociali e occupazionali. Il tempo dei rinvii e delle non decisioni è finito”.
Roma, 27 giugno 2025