“Il Rapporto Agenas 2024 sulle Reti oncologiche regionali conferma le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle cure oncologiche. È inaccettabile che il diritto alla cura sia condizionato dal Cap di residenza. Servono investimenti strutturali per garantire cure tempestive e di qualità, abbattendo barriere territoriali e sociali”.
È quanto ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
“In Calabria, Sicilia, Campania, Molise, Basilicata e Puglia ci sono gravi lacune organizzative, carenza di personale specializzato e una drammatica mancanza di digitalizzazione che - ha spiegato Biondo - penalizzano i pazienti oncologici, costretti spesso a spostarsi altrove per curarsi. Questa mobilità passiva sottrae risorse preziose alle regioni meridionali, ampliando il divario sanitario con il resto del Paese”.
“Chiediamo a governo e Regioni investimenti strutturali immediati per potenziare organici, infrastrutture e sistemi informativi digitali, rendendo operativa e capillare l’integrazione ospedale-territorio per sviluppare - ha rimarcato Biondo - servizi oncologici di prossimità, garantire la tempestività dei trattamenti e valorizzare i Gruppi Oncologici Multidisciplinari come centro di qualità e presa in carico globale del paziente”.
“Il diritto alla cura - ha concluso Biondo - non può essere condizionato dal Cap di residenza. Abbiamo bisogno di una sanità oncologica moderna, efficace e inclusiva”.
Roma, 4 giugno 2025