“La sentenza della Corte Costituzionale n. 68/2025 accende un faro di speranza sulla tutela dei diritti in un periodo di preoccupante oscurantismo, a livello mondiale”.
È quanto ha dichiarato Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil.
“E’ una sentenza che mette al centro l’interesse dei minori a ’vedersi riconosciuti, sin dalla nascita e nei confronti di entrambi i genitori, i diritti connessi alla responsabilità genitoriale e ai conseguenti obblighi nei confronti dei figli’. Ma non solo. La Corte, infatti - ha sottolineato Veronese - si è espressa in maniera chiara, esplicitando l’irragionevolezza dell’attuale disciplina. Il divieto attuale imposto alla madre intenzionale di riconoscere il figlio o la figlia, generati con PMA all’estero, ’non trova giustificazione in assenza di un contro interesse di rango costituzionale’. Sono due passaggi molto importanti perché svelano la ragione ideologica di questo provvedimento: l’ostilità all’omogenitorialità che spesso si nasconde dietro una paventata e ipocrita volontà di tutelare i bambini e le bambine”.
“Siamo felici e vicini alle famiglie arcobaleno che oggi riconquistano un pezzo di serenità. La strada è ancora lunga - ha concluso la sindacalista della Uil - ma noi non ci tiriamo indietro”.
Roma, 22 maggio 2025