LAVORO  - Ivana VERONESE
Veronese: “Dati Istat sull’occupazione: non è tutto oro quello che luccica”
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13/03/2024  Sindacato.  

 

 

Con un tasso di occupazione che ha raggiunto il 61,5%, la disoccupazione scesa al 7,7%, e la contrazione del tasso di inattività, il 2023 sembra essersi chiuso con una buona performance del nostro mercato del lavoro.

Eppure, non è tutto oro quello che luccica. Continuano ad essere presenti, persistenti ed evidenti dalla lettura dei dati Istat, le diseguaglianze e le distanze di genere e a livello territoriale.

Non sono pochi i 18 punti percentuali che separano il tasso di occupazione femminile da quello maschile, così come non sono lievi le distanze tra le donne occupate di Verona e quelle di Messina, città che presentano, rispettivamente, un tasso di occupazione del 70,1% e del 29,7%. Il tema dell'occupazione femminile, soprattutto se del Mezzogiorno, è un'emergenza nazionale. E per quanto riguarda le persone inattive al lavoro, per scoraggiamento e per la cura della famiglia, ricordiamoci, ancora una volta, che l'87% della platea è donna. Al netto dei necessari investimenti materiali e immateriali che continuiamo a rivendicare per un'efficace e maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro, un aiuto importante era stato inserito nel Pnrr attraverso l'obbligo di assunzione negli appalti pubblici del 30% di donne e giovani. Ma sappiamo bene come sono andate le cose, a causa dell'introduzione di una deroga che, nei fatti, non ha permesso il raggiungimento di questo importante obiettivo.

D'obbligo è affrontare una volta per tutte il tema occupazionale dei giovani. Nel 2023 sono oltre 2,1 milioni i Neet tra i 15 e i 34 anni, un triste primato italiano. Forse troppo skillati? Forse troppo poco formati? È necessario intercettarli e fornire loro competenze e lavoro. Riteniamo che per i giovani serva un'ulteriore linea di finanziamento sia a livello europeo che nazionale, rivolta specificatamente a loro.

La Uil ha lanciato la nuova e fondamentale Campagna contro il precariato che rende invisibili soprattutto giovani e donne. Il lavoro povero e precario è quello che riguarda 3 milioni di occupati, ma è anche quello che vede coinvolti, ogni giorno, lavoratrici e lavoratori in nero. E inoltre, è quello che emerge dai dati diffusi dal Ministero del Lavoro attraverso le Comunicazioni obbligatorie, che ci informano che nel 2023 le aziende hanno attivato solo il 14,2% di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato e solo il 3% con contratti di apprendistato, le percentuali più basse degli ultimi 5 anni. Tutto il resto è lavoro temporaneo che si traduce nell'incertezza e nella precarietà del futuro.



Roma, 13 marzo 2024