SCUOLA  - PierPaolo BOMBARDIERI
Situazione difficile: servono risposte serie coerenti e rapide
Bombardieri e Turi: Ne va della salute e della vita delle persone
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30/11/2020  Sindacato.  

 

 

Tutti abbiamo a cuore la scuola e soprattutto siamo consapevoli del ruolo pedagogico, sociale e civico che il sistema formativo nel suo complesso, dai nidi fino all’università, riveste per la crescita economica e sociale del Paese, delle future classi dirigenti e dei cittadini di oggi e del domani. Eppure in contesti straordinari come quello che stiamo vivendo, abbiamo sempre ritenuto e continuiamo a ritenere necessarie misure altrettanto straordinarie perché è in gioco la salute e la vita di tutti noi, bene supremo di ogni persona.

 

Ecco perché rivendichiamo scelte della politica coerenti e azioni atte a garantire la massima sicurezza e tutela dell’integrità del diritto alla salute degli studenti, della intera comunità educante, delle famiglie, di chi ogni giorno è costretto ad utilizzare i mezzi pubblici e della collettività tutta.

 

Deve esser questo il faro che orienta qualsiasi ragionamento e qualsiasi provvedimento.

 

Quello che ci chiediamo è se ci sono ad oggi tutte le condizioni sufficienti e necessarie a garantire per tutti il giusto ritorno sui banchi.

 

Vogliamo evidenziare, dapprima, un dato scientifico: quello di Massimo Galli, direttore del Reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano. I dati disponibili in letteratura, su un campione importante di 131 paesi, dicono che riprendere attività che generano l’aggregazione di più di 10 persone – e le classi italiane vanno ben oltre i 10 allievi - in condizioni di epidemia ancora in atto, comporta il rischio di un aumento del 25% dell’indice Rt nel corso di 28 giorni.

 

Ebbene le istituzioni, che pure hanno attuato buone azioni di prevenzione, non sempre sono in grado di poter gestire adeguatamente la didattica in presenza a fronte di vecchie questioni irrisolte e ormai datate, come quelle legate alle classi troppo numerose e alle barriere architettoniche, e quelle nuove, relative all’incapacità di risposta, nell’emergenza, dal trasporto pubblico locale, all’insufficienza dei reagenti e ai loro tempi di attesa, alla complessità del tracciamento, finanche agli assembramenti fuori dalle scuole.

 

Di certo non possiamo ritenere risposte valide proposte estemporanee come l’alternanza in presenza degli studenti o, ancora, l’estensione oraria e/o giornaliera dell’apertura degli istituti. Sorgono spontanei, invece, dinanzi a queste ipotesi un’altra serie di interrogativi che continuano ad esser inevasi:

 

• con quali docenti e con quale personale ATA si ritiene di coprire la nuova ed ampia offerta formativa? Con lo stesso corpo organico oggi di ruolo? Non sarebbe concepibile perché è bene ricordare che sono migliaia i ruoli ancora vacanti nella scuola e, purtroppo, ancor più oggi evidenziamo come il sistema dei concorsi abbia fallito e che servono immediati interventi legislativi per evitare che anche il prossimo anno scolastico viva nell’improvvisazione in cui è finito. Sicuramente non vorremmo che passasse una narrazione che ne addossasse le colpe a chi in questa situazione non accetta supplenze fuori regione. Su questo fronte servono misure che affrontino sia l’emergenza sanitaria che quella strutturale;

 

• come riuscirebbero le famiglie, a condizione data dei congedi parentali odierni, confermati sia nella misura sia nella non equa fruizione di genere e nella differenza di trattamento economico che ne consegue, a gestire l’alternanza giornaliera o oraria dei figli? Nonostante già tanti studi allertino che molte madri probabilmente rassegneranno le dimissioni perché non in grado di conciliare la DaD con lo smart working o il lavoro in presenza, sono ancora ben lontani gli standard europei raccomandati sui congedi parentali;

 

• ormai è trascorso un anno, eppure, ancora non registriamo avanzamenti su alcuna forma di ragionamento relativa all’istituzione di presidi medici dedicati all’interno delle scuole, che in questo contesto sarebbero più che strategici. Anche qui, perché non ricorrere alle risorse del Mes?

 

In una situazione di emergenza pretendiamo risposte serie, puntuali, coerenti e rapide in un programma organico di governo del sistema, avulso da elementi di propaganda. Ne va della salute e della vita delle persone.

 

 

Roma, 30 novembre 2020