DICHIARAZIONE DI IVANA VERONESE, SEGRETARIA CONFEDERALE UIL
388 euro: questo vale il congedo parentale per chi ha uno stipendio lordo di 1.400 euro. 225 euro per chi ha un part-time a 20 ore settimanali e poco più di 300 per un part-time a 30 ore.
Se aggiungiamo l'ipotetico assegno mensile, per le famiglie con un figlio, di 120 euro (con ISEE inferiore ai 40.000 euro) o di 160 euro (con ISEE annuo inferiore ai 7.000 euro), arriviamo a un massimo di 548 euro.
Misure evidentemente insufficienti, soprattutto considerando che, verosimilmente, nella stragrande maggioranza delle famiglie si deciderà di sacrificare il reddito più basso tra i due coniugi, tipicamente quello femminile, per stare a casa e occuparsi dei bambini. Le donne, che già erano in una condizione economica di debolezza prima di questa crisi - ricordiamo un tasso di occupazione femminile al 50%, con una forte incidenza di part-time, contratti precari e bassi stipendi - rischiano oggi la propria autonomia finanziaria e persino il proprio posto di lavoro.
Servono, al più presto, servizi di conciliazione adeguati per le famiglie e, nel frattempo, è necessario uno strumento destinato a entrambi i genitori, che copra tutto il periodo in cui i bambini dovranno rimanere a casa e la cui indennità sia pari ad almeno l'80 per cento della retribuzione.
Sono queste le richieste chiare che faremo alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, nel nostro incontro di questo pomeriggio.
Roma, 28 aprile 2020