DECRETO CURA ITALIA - ANTONIO FOCCILLO  - Antonio FOCCILLO
Foccillo, Turco e Librandi: "Decreto ha dato una risposta forte allŽemergenza Coronavirus"
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19/03/2020  Salute.  

 

 

Dichiarazione di ANTONIO FOCCILLO, segretario confederale UIL, MICHELANGELO LIBRANDI, segretario generale UILFPL e NICOLA TURCO segretario generale UILPA 

 

 

Roma, 19 marzo 2020 - Il decreto Cura Italia ha dato una risposta forte alla terribile emergenza che, valorosamente, tutto il nostro sistema sanitario sta affrontando e lo ha fatto segnando una netta inversione di tendenza rispetto ad anni ed anni di politiche al ribasso che hanno tagliato linearmente risorse economiche, strutturali e umane. Come non sono meno importanti le previsioni che dispongono ulteriori fondi per i compiti connessi all’emergenza destinati alle Forze dell’ordine di ogni grado. 

Bene, peraltro, il ribadire che le pubbliche amministrazioni individuano come modalità ordinaria della prestazione lavorativa lo smart working e, a tal fine, apprezziamo la puntualizzazione secondo cui, laddove questa modalità non fosse percorribile, l’esenzione del personale dal servizio viene equiparata a quello prestato a tutti gli effetti di legge e quindi anche retributivi.

 

Altra misura di rilievo, alla luce della sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, è quella che garantisce ai genitori lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato accreditato il diritto a fruire di un congedo dal lavoro indennizzato per le cure dei figli di età non superiore ai 12 anni. 

Tuttavia l’erogazione dell’indennità, nonché l’indicazione delle modalità di fruizione, rimangono a cura dell’amministrazione pubblica con la quale intercorre il singolo rapporto di lavoro. Ebbene, quel che ci chiediamo è perché si insista, anche in uno stato di emergenza come quella che stiamo vivendo, a porre distinzioni tra settore pubblico e privato nel riconoscimento del pari diritto di ogni lavoratore alle cure parentali.

 

Segnaliamo, inoltre, la nostra profonda contrarietà sulla previsione che estende la deroga delle misure di sorveglianza attiva, oltre che agli operatori sanitari, anche agli addetti delle imprese legate alla produzione e dispensazione di farmaci e dispositivi medici e diagnostici. Si contravviene così, con ogni evidenza, alla principale raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, ai fini del rapido superamento dell’epidemia, caldeggia prioritariamente tutte le forme di tutela della salute degli operatori sanitari e di conseguenza lo stesso non può che valere per tutti gli addetti dell’indotto collegato al settore sanitario. 

Per questo, rinnoviamo l’urgenza di disapplicare, con il prossimo decreto, tutte quelle disposizioni che rischiano di diffondere il contagio non solo nelle strutture ospedaliere, e ora anche in quelle connesse, ma anche al di fuori delle stesse, nelle case di lavoratori instancabili che vanno protetti e non esposti irresponsabilmente, loro malgrado, al rischio di ammalarsi e soprattutto diffondere ai loro cari il virus. 

Già, ad oggi, i dati fanno evincere come il numero di operatori medici contagiati sia estremamente superiore rispetto a quella che è stata la situazione cinese. Questo deve far riflettere sull’urgenza di correggere subito la tendenza.

 

Ciò detto, complessivamente le misure previste rappresentano sicuramente un passo importante per contenere quanto più possibile la diffusione del contagio ma, proprio a tal fine, invitiamo a circoscrivere puntualmente e quanto più i servizi che devono essere indispensabilmente resi in presenza fisica, con l’obiettivo di ridurre al minimo la presenza negli uffici e quindi fuori dalle abitazioni sia di eventuale utenza che dei lavoratori stessi, garantendone la massima sicurezza tramite la dotazione di tutti i dispositivi di protezione individuali e/o collettivi necessari.

 

Per questo, come UIL ribadiamo l’esigenza e l’urgenza di provvedere a far applicare a tutte le realtà lavorative quanto più possibile le forme di lavoro da remoto e, quindi, di monitorarle ai fini della loro puntuale applicazione volta a contenere la diffusione del Covid-19. 

A tal fine, è importante porre rimedio a tutte quelle misure che possano minacciare la salute degli operatori che stanno garantendo servizi essenziali alla gestione della crisi e al suo superamento e anche per questo motivo bisogna evitare qualsiasi eventuale disparità di trattamento tra i diversi settori coinvolti nell’emergenza e assicurare in pari modo le massime tutele e precauzioni raccomandate dal Ministero della Salute e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

Seppur è quanto mai amaro realizzare che per rendersi conto dell’importanza del ruolo e delle funzioni di garanzia che il servizio pubblico offre al nostro Paese ci sia voluta una pandemia, proprio per questo motivo, fin da subito il settore pubblico deve essere messo nelle condizioni di porsi strategicamente come traino per vincere questa emergenza e sostenere immediatamente la ripresa del Paese.