INPS – CASSA INTEGRAZIONE  - Guglielmo Loy
Cassa Integrazione: Loy, dati non rassicuranti
istat5_large.jpg
23/02/2017  | Occupazione.  

 

 

 

Nel primo mese dell’anno, le ore di cassa integrazione hanno subito una flessione del 46,3% rispetto al mese di gennaio del 2016 e del 19% rispetto al mese di dicembre 2016.

 

I dati, se analizzati sia su base tendenziale che congiunturale, evidenziano una caduta delle ore richieste in tutte le gestioni con l’unica eccezione della cassa integrazione ordinaria che rispetto a gennaio 2016 sale del 174,7%.

 

Una riduzione di ore richieste che continuiamo a ritenere trovi la sua prima motivazione, purtroppo, nelle novità fortemente restrittive e costose contenute nelle ultime riforme sugli ammortizzatori sociali più che su una ripresa dell’apparato economico e produttivo. Inoltre, segnaliamo che i dati risultano mancanti delle ore richieste al FIS (Fondo Integrazione Salariale).

 

Crediamo che su tale istituto, in qualità di sostituto della cassa integrazione in deroga ed ormai operativo da 1 anno per le aziende con più di 6 dipendenti, sia necessario conoscere, nel rispetto della trasparenza, quante ore di integrazione salariale sono state richieste e quanti i lavoratori interessati.

 

Sono dati ad oggi non diffusi dall’Inps e la cui conoscenza permetterebbe di avere un quadro più esaustivo degli ammortizzatori sociali e, soprattutto, della situazione del nostro tessuto produttivo ed occupazionale.

 

Non va sottovalutato, inoltre, sotto il profilo occupazionale, l’impatto dell’aumento del costo della cigs e dell’abolizione dell’indennità di mobilità in caso di licenziamenti collettivi, che dal 1° gennaio di quest’anno, è stata sostituita con la Naspi. Il vecchio contributo versato per l’indennità di mobilità, da questo mese non dovrà essere più versato dalle aziende che, in caso di licenziamento, saranno tenute a corrispondere all’Inps il ticket licenziamento, un balzello molto meno “caro” per l’azienda. 

 

La nostra preoccupazione è che il minor costo del licenziamento e l’aumento del costo della cigs, potrebbe rischiare di produrre un ulteriore aumento della disoccupazione.