PNRR  - Ivana VERONESE
Veronese: “Il Pnrr procede troppo a rilento: non si perda occasione per ridisegnare il Paese”
Veronese_Imagoeconomica_1783913.jpg
13/06/2023  | Sindacato.  

 

 

Si è svolto oggi, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, l’incontro tra Cgil, Cisl, Uil e i rappresentanti della Commissione europea incaricati dell’interlocuzione con gli Stati membri in merito all’attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. A sei mesi dalla precedente verifica, purtroppo, poco o nulla è cambiato. Nonostante siano state incluse nella cabina di regia, le parti sociali non hanno avuto ancora la possibilità di entrare nel merito dei provvedimenti. Siamo preoccupati, soprattutto, per la lentezza nella messa a terra dei progetti e nella conseguente spesa effettiva, oltreché per la mancanza, al momento, di una lista dei progetti oggetto della rimodulazione del Piano. Dall’ultima relazione del Governo al Parlamento, di alcuni giorni fa, infatti, risulta che, a fronte dei 66,9 miliardi di euro ricevuti dall’Unione Europea, senza calcolare i 19 miliardi di euro della rata di dicembre ancora congelati, al 28 febbraio scorso, sono stati spesi soltanto 25,7 miliardi di euro, pari al 38,4% delle quote effettivamente ricevute. Abbiamo chiesto, dunque, che si avvii una grande discussione trasparente nel Paese, con il contributo delle parti sociali, per verificare ritardi e lentezze e per usare presto e bene le risorse. Abbiamo sottolineato, inoltre, la necessità di un monitoraggio sulle tre “trasversalità” del PNRR che riguardano donne, giovani e Mezzogiorno, chiedendo a tal proposito che venga modificata la norma sulle linee guida relative alle pari opportunità nei contratti finanziati dal PNRR e dal PNC. Infine, abbiamo rivendicato sia un grande piano di assunzioni a tempo indeterminato di personale specializzato e un piano di formazione e aggiornamento degli attuali dipendenti sia la revisione del ruolo degli Enti di area vasta, segnalando, anche, ritardi nell’adozione di politiche attive del lavoro.

 

Non possiamo restituire un solo euro del PNRR all'Unione Europea, perché questo significherebbe perdere la storica e irripetibile opportunità per ridisegnare il Paese e per ridurre le disuguaglianze e i divari territoriali, generazionali e di genere.

 

 

Roma, 13 giugno 2023