Salute e sicurezza  - Silvana ROSETO
PER NON NAVIGARE A VISTA
Manuale per Rls e Rlst
13/10/2012  | Salute.  

 

La sicurezza oggettiva

 

La impostazione legale della responsabilità secondo il quadro legislativo nazionale precedente il recepimento delle Direttive europee

I D.P.R. 547/1955 e D.P.R. 303/1956 hanno imposto una significativa evoluzione dei concetti di rischio specifico e dell’obbligo di rendere edotti i lavoratori.

Questi erano e lo sono ancor oggi, nel caso di processi per violazioni operate quando ancora erano in vigore, finalizzati alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali agendo sull’ambiente di lavoro in modo da renderlo più sicuro attraverso l’uso di specifiche disposizioni.

Inoltre gli “articoli 4”, praticamente identici in entrambi i decreti, delineavano un sistema di prevenzione e sicurezza puntuale e specifico ma strutturato sul principio del “comando e controllo”.

Era il legislatore che individuava i rischi per la sicurezza e ne indicava il modo, esplicitamente oggettivo, per prevenirli, eliminarli e contenerli, al Datore di Lavoro bastava attuare quegli adempimenti per essere in regola di fronte alla Legge.

È facilmente intuibile come, se si fosse continuato in questo modo, lo Stato si sarebbe visto costretto a emanare leggi, in tutte le sue forme, per ogni fonte di rischio certa o sostanza pericolosa conosciuta, per poi modificarla ad ogni evoluzione delle conoscenze.

Per quanto riguarda l’elaborazione delle norme, prendendo in considerazione i tempi tecnici e la mole di lavoro che questo comporta, nonché l’enorme quantità di nuove sostanze, conoscenze, tecniche, tecnologie, sistemi e situazioni che continuamente emergono dalla naturale evoluzione del progresso, diviene lampante come sarebbe stato impossibile proseguire su questa strada, se non accettando il fatto di rimanere sempre più in ritardo nei confronti della situazione reale e, quindi, sempre più lontani dalle esigenze concernenti la tutela dei lavoratori e dell’ambiente connesso al lavoro.

Inoltre, le numerose disposizioni tecniche dei decreti degli anni ‘50, benché rilevanti sul piano teorico, rimasero in molti casi in concreto inutilizzate sino a quando, grazie ad iniziative congiunte del sindacato ed esperti, tra le quali la famosa “dispensa sui 4 fattori di rischio”, si consolida un concetto multidisciplinare della sicurezza e prevenzione viste, non più solamente sotto l’aspetto medico, tecnico e ingegneristico ma anche ergonomico ed ambientale.

Dispensa sindacale sulla nocività *

 

Dispensa sindacale sulla nocività

 

Successivamente sono emanate due leggi che hanno anche importanti implicazioni ai fini della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori:

bullet Legge n. 300 del 1970 (più conosciuta come “Statuto dei Lavoratori”), dove l’art. 9 introduce un aspetto del diritto dei lavoratori, i quali “mediante le loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica”.

bullet Legge n. 833 del 1978 (Riforma del sistema sanitario nazionale), con questa norma le competenze di controllo e vigilanza, ampliate con i compiti di supporto alle imprese nel campo della prevenzione, passano dall’Ispettorato del lavoro agli operatori delle Unità Sanitarie Locali.

Con l’entrata in vigore del cospicuo pacchetto di riforme di ispirazione europea, la Sicurezza del Lavoro è andata via via assumendo sempre più i caratteri di una materia autonoma che si viene progressivamente scindendo da quelle che l’avevano generata (Diritto Penale del Lavoro, Diritto del Lavoro, Diritto della Previdenza Sociale). Infatti, si vanno diffondendo le sedi scolastiche e universitarie in cui in questa materia si studia e s’insegna, mentre l’interesse degli operatori professionali è sempre piuttosto alto perché l’argomento assume comunque un aspetto commerciale interessante.

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(*) Dispensa sindacale sulla nocività (1969)