Immigrazione  - Guglielmo Loy
Centinaia di giovani italiani e stranieri davanti al Pantheon per il «giugno della cittadinanza»
Molti rappresentanti delle istituzioni e della società civile alla manifestazione
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22/06/2017  | Immigrazione.  

 

Molti rappresentanti delle istituzioni e della società civile alla manifestazione a sostegno della riforma della legge sulla cittadinanza

 

(redazionale) Roma, 21 giugno 2017 - “Ce la dobbiamo fare, è un atto di civiltà” ha dichiarato la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, arrivata al Pantheon dov’era in corso una manifestazione in sostegno alla legge sullo Ius soli. Intorno alla ministra ci sono diversi ragazzi nati in Italia, figli di immigrati, che ancora non hanno la cittadinanza che hanno partecipato al Flash Mob: “Giugno della Cittadinanza. In piazza almeno 200 ragazzi e giovani che liberano a tratti palloncini tricolori, simbolo delle migliaia di giovani a cui lo Stato italiano ancora nega il diritto ad essere riconosciuti pienamente cittadini.

 

 “Parlano, mangiano, tifano le nostre squadre e hanno consapevolezza di cosa vuol dire essere cittadini italiani. Queste sono regole minime di rispetto del loro percorso. Ci tengono a essere italiani, mi sembra la cosa più importante”. IL Ministro Fedeli si dice fiduciosa che la legge sarà approvata: “Credo che il consenso si allargherà”.

 

Altri rappresentanti delle istituzioni giungono a rendere omaggio ai giovani di #italiani senza cittadinanza. Tra questi: il senatore Luigi Manconi ed il sottosegretario Benedetto della Vedova. L’on Renata Polverini di Forza Italia e l’on. Marilena Fabbri del PD (relatrice della I Commissione alla Camera che nel 2015 approvò la proposta di legge). Presenti in forze anche gli aderenti alla rete “L’Italia sono anch’io”, tra cui i responsabili immigrazione di Cgil, Cisl e Uil, le ACLI, l’ARCI, ASGI, Lunaria e molti altri. Intervistato da un cronista, il rappresentante della UIL ha risposto: l’approvazione della legge cambierebbe il volto dell’Italia, non solo perché permetterebbe ad un milione di ragazzi di diventare italiani senza dover aspettare i 18 anni (più 60 mila all’anno per ogni anno a venire), ma anche perché il loro diventare italiani aiuterà a  stabilizzare le loro famiglie con il meccanismo europeo della coesione familiare, che dà diritti più certi rispetto a quelli che vengono dal ricongiungimento”. “Ma non è una rivoluzione – ha risposto ad un’altra domanda – è solo il riconoscimento che un cambiamento straordinario nella società è già avvenuto negli ultimi vent’anni: anche se l’Italia stenta a riconoscerlo”.