Immigrazione  - Guglielmo Loy
Riflessioni: il rischio «cento Gorino» non è poi così lontano
Il sistema di accoglienza italiano rischia il collasso
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26/10/2016  | Immigrazione.  

 

(di Giuseppe Casucci) Roma, 26 ottobre 2016 - Nell’ultimo triennio (2014 – 2016) gli arrivi via mare sommano finora a 478 mila migranti e profughi, cifra che sfiorerà con ogni probabilità il mezzo milione entro la fine dell’anno.  Con la Libia fuori controllo e la libera circolazione sospesa fino a data non ancora certa, il meccanismo collo di bottiglia nei flussi migratori, finisce per penalizzare solo i Paesi UE costieri, e cioè: Grecia ed Italia.

 

Attualmente il sistema di accoglienza italiano ospita oltre 170 mila richiedenti asilo e protezione umanitaria, ma rischia il collasso malgrado il lodevole lavoro fatto dalle autorità.

 

Nel contempo, la Caritas ci spiega che al Sud la povertà spinge più gli italiani che gli stranieri a cercare aiuto. Con un tasso di disoccupazione tra i giovani vicino al 40% e la loro diaspora verso l’estero (100 mila l’anno in media) rischiamo di bruciare questa generazione ed in parte anche il futuro della nostra Nazione.

 

E’ in questo senso che va interpretato il comportamento degli abitanti di Gorino, moralmente censurabile certo, ma anche da interpretare nelle cause. Se non si analizza questo rifiuto e ci si limita a facili condanne, rischiamo di avere altri 100 Gorino in Italia nei prossimi mesi.  Le cause, forse,  risiedono nell’incertezza sul futuro, aggravato dalla sensazione che non vi sia un governo credibile dei flussi migratori.   Va anche aggiunto l’effetto deleterio e disinformativo delle campagne mediatiche  anti straniero, ma questo è solo un risvolto di natura interna alla nostra politica.

 

Non c’è dubbio che il problema dei flussi è di natura europea ed internazionale: intanto perché in parte è conseguenza delle guerre in Medio Oriente, ma anche perché è dovuto ai gravi squilibri economici ed ambientali che colpiscono particolarmente l’Africa. Se non si interviene sulle cause, avremo un livello di sbarchi simile anche negli anni a venire.

 

E’ ovvio che data la natura globale del problema, esso non può essere affrontato solo dall’Italia. Le conseguenze della trasformazione del quadro migratorio in atto, porta al gonfiamento del numero di migranti irregolari con gravi conseguenze sul piano del dumping lavorativo e sociale. Non essendo ipotizzabile la deportazione massiva di centinaia di migliaia di persone, urge una risposta politica a livello italiano, ma soprattutto Europeo.