IMMIGRAZIONE  - Santo BIONDO
In dieci anni morti o scomparsi oltre 63.000 migranti
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04/04/2024  | Sindacato.  

 

 

Senza nome i due terzi dei migranti morti in mare secondo il rapporto del progetto “Missing Migrants” dell’Oim

 

(Fonte gine Ministero del Lavoro - www.integrazionemigranti.gov.it) In dieci anni (2014-2023), il progetto “Missing Migrants” dell’Oim ha registrato più di 63.000 morti di migranti, vittime dei viaggi nel Mediterraneo. Più di due terzi delle persone che muoiono in mare non sono identificate. Persone che lasciano il Nord Africa, da Libia e Tunisia, e che cercano di raggiungere l’Europa lungo la rotta del mediterraneo centrale. Ed è proprio l’annegamento la causa principale dei decessi delle migrazioni. Lo afferma un rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) “A decade of documenting migrant deaths”.

 

Più di una persona su tre identificata proviene da paesi in conflitto, tra cui Afghanistan, Myanmar, Repubblica araba siriana ed Etiopia, afferma il rapporto, ma per più dei due terzi di coloro la cui morte è stata documentata dal progetto l’identità non ha potuto essere stabilita.

 

Il rapporto evidenzia inoltre che l’annegamento è la causa di morte più diffusa, con oltre 36.000 decessi registrati lungo le rotte migratorie nell’ultimo decennio. La stragrande maggioranza dei decessi per annegamento si è verificata nel Mediterraneo, con più 28.000 morti. L’Oim precisa che gli oltre 63.000 decessi durante la migrazione registrati dal Missing Migrants Project degli ultimi dieci anni «rappresentano probabilmente solo una frazione del numero effettivo di vite perse in tutto il mondo» e che «nonostante gli impegni politici e la grande attenzione dei media sulla questione in molte regioni del mondo, le morti sono in aumento. Il 2023 ha infatti registrato il più alto bilancio annuale di vittime con quasi 8.600 vite perse ».

 

Per l’Agenzia Onu per le migrazioni, i dati del rapporto pubblicato in occasione del decimo anniversario del progetto Missing Migrants «dimostrano l’urgente necessità di rafforzare le capacità di ricerca e salvataggio, di facilitare percorsi migratori sicuri e regolari e di azioni per prevenire ulteriori perdite di vite umane. L’azione dovrebbe includere anche una cooperazione internazionale intensificata contro le reti di contrabbando e di tratta».

 

 

-   Il Rapporto


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