Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 25/01/2018
Germania, la lite nel governo sui migranti che riguarda pure l'Italia
Germania, la lite nel governo sui migranti che riguarda pure l'Italia
25/01/2018  | Immigrazione.  

 

In un passaggio dell'accordo preliminare a rischio i 1.000 ricollocamenti al mese dalla Grecia e dal nostro Paese. La Spd accusa l'ala dura bavarese di gioco sporco. E sui profughi Merkel non è nuova a giravolte.

 

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Berlino, 25 gennaio 2018 - In Germania i colloqui per una grande coalizione, approvati dalla risicata maggioranza dei socialdemocratici (Spd), che si trascineranno fino alla primavera hanno come principale terreno di scontro le restrizioni sull'ingresso di richiedenti asilo. Il freno è certo, in caso contrario i cristiano-democratici e sociali (Cdu-Csu) di Angela Merkel non avrebbero mai sdoganato l'accordo preliminare bocciato dal 44% dei delegati socialdemocratici. Si tratta per per fissare quanto chiudere le frontiere e – in un passaggio cruciale della bozza di 28 pagine alla base dei negoziati – si tira in ballo l'Italia con la Grecia per il suo carico di migranti.

 

SCONTRO SUGLI AFGANI. Gli ossi duri sono i bavaresi. Già i rimpatri di oltre 82 mila afgani rifiutati come richiedenti asilo procedono molto a rilento. Più della metà di loro fa ricorso e la maggioranza lo vince. Diversi Land di sinistra non applicano le disposizioni del ministero dell'Interno (a sua volta in conflitto con quello della Difesa sulla classificazione di Afghanistan «Paese sicuro») e va a finire che i costosi charter per il rimpatrio verso il Paese bersagliato dai kamikaze dei talebani e dell'Isis rimangono semivuoti, come il primo del 2018 decollato verso Kabul nonostante gli attentati. Altri rimangono a terra perché alcuni piloti non vogliono fare il lavoro sporco. Un disastro per i cristiano-sociali (Csu) bavaresi e per l'ala dura della Cdu di Merkel, impazienti di ristabilire l'ordine e la pulizia in una Germania in stile austriaco. Per loro lo stop deve arrivare anche dal Brennero e dai Balcani, senza più chiudere occhi. Così a pagina 20 e 21 dell'accordo preliminare tra Cdu-Csu e Spd del 12 gennaio 2018, «affinché non si ripeta la situazione del 2015», è fissato che «non si superi il margine tra i 180 mila e i 220 mila migranti l'anno» in entrata. La quota include i ricollocamenti nell'Ue e i dibattuti ricongiungimenti famigliari: quest'ultimi per un «massimo di 1.000 persone al mese in Germania», ma con una postilla.

 

IL PASSAGGIO CONTESTATO. «In cambio», è la frase successiva, «decade l'accoglienza volontaria di 1.000 migranti al mese dalla Grecia e dall'Italia». Sul passaggio, all'indomani della diffusione del testo, si è scatenato il finimondo nella Spd. In diversi socialdemocratici sostengono che il vincolo sia stato infilato nel testo all'ultimo minuto da qualcuno della controparte, dopo la presentazione dello scritto in ultima lettura ai membri delle delegazioni: un gioco molto sporco. Il dito è puntato verso i bavaresi: all'interno della Csu monta il malumore verso il leader Horst Seehofer, esploso dal crollo del partito nel Land roccaforte alle Legislative del 24 settembre 2017 (-14% dal 2013) e amplificato dall'intesa con Merkel e la Spd.

 

Ma i bavaresi della Csu ribattono che semmai è stata la cancelliera a proporre in ultima battuta la contropartita sugli sbarchi in Grecia e in Italia, d'accordo con Seehofer e il capo della Spd Martin Schulz. Proprio Merkel, in verità, in campagna elettorale si era sorprendentemente e impopolarmente espressa in aiuto ai Paesi esposti agli sbarchi nel Mediterraneo, contro il «vecchio regolamento di Dublino non più sostenibile» che obbliga i migranti intercettati a chiedere asilo nel primo Paese Ue d'approdo: «Non è possibile», aveva affermato, «che la Grecia o l'Italia debbano da sole sopportare tutti gli oneri solo perché la loro posizione geografica è quella che è».

 

LE QUOTE DALL'ITALIA. Merkel non è nuova a cambiare tatticamente posizione, ma anche nei negoziati falliti con Verdi e Liberali (Fdp) si era battuta contro la chiusura totale delle frontiere. Sui 1.000 migranti al mese trasportati in Germania su voli charter (500 dall'Italia e altrettanti dalla Grecia, 250 a settimana) tra il 2016 e il 2017, come da disposizioni Ue per ricollocarne 160 mila dal 2015, non si è scritto molto. Ma i charter sono stati una boccata d'ossigeno per il continuo stato emergenziale dell'accoglienza in Italia. Berlino ha fatto la sua parte, al contrario di diversi governi dell'Ue. Per la Spd deve continuare a farla ma è chiaro a tutti, anche alla cancelliera, che il prossimo governo insieme non sarà una passeggiata.