Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 17/01/2018
Aerei e rotte sicure ecco il piano Onu contro i trafficanti
Aerei e rotte sicure ecco il piano Onu contro i trafficanti
17/01/2018  | Immigrazione.  

 

http://www.repubblica.it/12 gennaio 2018

 

ROMA - Due aerei sono già decollati verso l'Italia. Uno verso la Francia.

 

Voli regolari collegano da qualche mese la Libia col Niger, nuovo hub di smistamento dei corridoi umanitari. Quarantamila i profughi, provenienti da Libia, Corno d'Africa e Sahel, da trasferire in tutta sicurezza in Europa entro la fine del 2018: in gran parte donne, bambini e minori senza genitori. Diecimila i posti già messi a disposizione dai Paesi Ue, Francia in testa. E ancora: 1.300 rifugiati da evacuare urgentemente, entro fine gennaio, dalla sola Libia.

 

Eccola la road map dell'Unhcr per contrastare le rotte via mare dei migranti e il traffico di esseri umani. Il piano dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati è partito a settembre 2017, con un appello rivolto all'Europa affinché metta a disposizione 40mila posti per profughi in fuga lungo la rotta del Mediterraneo centrale: Corno d'Africa, Sahel, Libia.

 

Si tratta di corridoi umanitari: canali di immigrazione regolare, attraverso i quali i profughi vengono trasferiti senza correre rischi in uno Stato europeo, che aderisce volontariamente al programma di reinsediamento, mettendo a disposizione una certa quota di posti per l'accoglienza.

 

 L'obiettivo dell'Unhcr è ambizioso: aprire un corridoio umanitario per ben 40mila rifugiati da mettere in salvo entro la fine del 2018. Ad oggi, però, l'Alto commissariato Onu ha ricevuto dai Paesi Ue disponibilità per soli 10mila profughi, principalmente dalla Francia che ha offerto finora la quota maggiore. Non solo. A fine 2017, l'Unhcr ha rivolto un nuovo appello all'Europa per mettere a disposizione 1.300 posti per evacuare altrettanti migranti dalla Libia entro fine gennaio. Hub delle partenze è il Niger, dove l'Italia sta per inviare un contingente militare di contrasto al traffico di esseri umani. «Questo Paese è un crocevia di tante realtà diverse – spiega la rappresentante Unhcr in Niger, Alessandra Morelli – circondato com'è da frontiere fragili in cui si combatte la guerra al terrorismo. Basta pensare ad Agadez, che fino a poco tempo fa era una delle tappe principali della corsa Parigi-Dakar e oggi si ritrova a essere uno dei centri di smistamento dei migranti in Africa.

 

Il Niger sta dando priorità alla sicurezza, con generosità, ma resta uno dei Paesi più poveri del mondo. Il suo sforzo è massimo: in questo momento accoglie ben 300mila rifugiati in fuga in maggior parte dalle violenze di Boko Haram». Da qui si muovono ora i corridoi umanitari. A parte i 2 voli diretti verso l'Italia già partiti a fine 2017 dalla Libia, ve ne sono infatti di regolari che collegano Tripoli e il Niger. «Il primo aereo è arrivato l'11 novembre scorso – conferma Morelli – il prossimo arriverà domani (ogg, ndr) con 189 rifugiati a bordo. Entro fine gennaio sono previsti altri quattro voli da Tripoli, con 230 migranti ciascuno».

 

Una volta atterrati in Niger, i rifugiati vengono accolti dal personale Unhcr e le loro pratiche trattate dai funzionari dei Paesi che li accoglieranno.

 

Quindi si riparte per la destinazione europea concordata. «La tappa in Niger – racconta la responsabile Unhcr – serve anche a offrire le prime cure ai migranti in transito, un modo per riprendere in mano il proprio futuro, un primo passo verso la libertà, dopo le sofferenze e le violazioni subite». I primi rifugiati ripartiti dal Niger sono volati in Francia il 19 dicembre scorso. «In questa partita – conclude Morelli – Parigi sta dimostrando oggi un'indiscutibile leadership».