Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 01/12/2017
Viminale, continua il calo degli sbarchi: da luglio meno 67%
Viminale, continua il calo degli sbarchi: da luglio meno 67%
01/12/2017  | Immigrazione.  

 

http://www.ilmessaggero.it/ 30/11/2017 - Continua il calo degli sbarchi. A comunicarlo con una nota è il Viminale che sottolinea come, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli arrivi siano diminuiti del 32%, mentre si scende a quota  -67% da luglio, quando l'Italia ha minacciato di chiudere i porti, approvato con il sostegno Ue il codice delle Ong e ottenuto al vertice di Tallin la disponibilità dalla Comunità europea ad un maggior impegno, sia politico che economico, per affrontare la questione migratoria.

 

Ad oggi il flusso migratorio si è ridotto del 32,35%, a fronte dei 173.008 migranti sbarcati nel 2016. Nei primi undici mesi di quest'anno, ne sono arrivati 117.042, 55.966 in meno. Ma se si guardano i dati a partire da luglio, la flessione è più che doppia: in cinque mesi ne sono arrivati 33.288 contro i 102.786 del 2016, vale a dire 69.498 in meno, un calo del 67,61%. L'altro numero che viene letto con interesse al ministero è la flessione delle partenze dalla Libia registrato a novembre: a bordo di gommoni e barconi sono arrivate 4.711 persone a fronte delle 13.581 dell'anno precedente, con un calo del 65,31%. Segno che, dicono al Viminale, la strategia messa in campo dall'Italia tra mille difficoltà, sta pagando.

 

I numeri positivi non significano però che i problemi siano risolti. Minniti è il primo a sapere che la diminuzione degli sbarchi ha dei “costì collaterali”, con migliaia di uomini, donne e bambini bloccati nei campi libici – quelli governativi e quelli gestiti dalle organizzazioni criminali - in condizioni disperate. E non è un caso che da mesi ripeta che se da un lato è fondamentale aiutare la guardia costiera libica per arginare le partenze e combattere i trafficanti, dall'altro è altrettanto cruciale intervenire in Libia per il rispetto dei diritti umani, per la protezione di coloro che hanno diritto all'asilo attraverso la creazione di corridoi umanitari, per i rimpatri volontari e assistiti di coloro che, invece, non possono aspirare allo status di rifugiato.