Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 07/11/2017
Papua Nuova Guinea, 600 uomini non intendono lasciare il centro profughi
Papua Nuova Guinea, 600 uomini non intendono lasciare il centro profughi
07/11/2017  | Immigrazione.  

 

by redazione tre

 

Siamo ormai al sesto giorno consecutivo ma non stenta a placarsi la protesta nel centro di detenzione dei profughi e richiedenti asilo stabilito dall’Australia nell’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, e chiuso ufficialmente martedì scorso. Nonostante la mancanza di acqua, cibo ed elettricità, i 600 uomini al suo interno, di cui 450 profughi, non hanno intenzione di lasciare il centro, tornato a essere parte della base della marina militare, e rifiutano di essere trasferiti in alloggi “di transito” nella vicina cittadina di Lorengau. Non si sentono al sicuro nella comunità della piccola isola, dove i locali esprimono ostilità e dove vi sono state violente aggressioni da parte di gruppi armati a profughi e richiedenti asilo.

 

Il centro è stato dichiarato «illegale e incostituzionale» dalla corte suprema della Papua Nuova Guinea da circa un anno e il governo di Port Moresby sostiene che ora è responsabilità dell’Australia trattare con i profughi che non vogliono reinsediarsi in Papua Nuova Guinea. Zeid bin Ra’ad Al Hussein, il rappresentante delle Nazioni per i diritti umani si è espresso sulla questione descrivendo la situazione a Manus come “un’emergenza umanitaria in divenire”, e ha criticato il governo esprimendo tutta la sua preoccupazione sulla sicurezza, la salute e il benessere dei richiedenti asilo.

 

Il dipartimento australiano dell’immigrazione, da parte sua, ha ribadito che ai circa 600 uomini sono state offerte opzioni alternative di alloggi in tre nuovi centri, con servizi sanitari e di sicurezza. Opzioni che però non hanno accettato.

 

Fonte: L’Osservatore Romano