Antonio FOCCILLO: comunicato Stampa del 01/03/2017
Come rilanciare la previdenza complementare per i dipendenti del settore pubblico
Come rilanciare la previdenza complementare per i dipendenti del settore pubblico
01/03/2017  | Pubblico_Impiego.  

 

 

Il tasso di adesione per i dipendenti del settore pubblico è intorno al 7%. Per questi  dipendenti che si iscrivono ai fondi pensione negoziali (e non solo) continua a trovare applicazione la disciplina anteriore al decreto legislativo n. 252 del 2005, vale a dire quella di cui al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, con alcune modificazioni e disposizioni speciali. Questa disciplina prevede  un trattamento fiscale non incentivante come quello dei lavoratori del settore privato e diverse regole di mobilità tra forme di previdenza complementare e di accesso alle prestazioni. Questa diversità di regole è una (non la sola) causa del minor numero di adesioni ai fondi pensione dei dipendenti pubblici.

 

La Uil ritiene urgente l’attivazione di  tutte le iniziative necessarie per diffondere e sviluppare la previdenza complementare. Tra queste sono fondamentali:

 

1. L’armonizzazione delle discipline a cominciare dall’equiparazione del trattamento fiscale. In questo modo verrebbero meno quelle disparità di trattamento che non trovano giustificazione alcuna nella specificità del rapporto di lavoro pubblico ed i lavoratori pubblici avrebbero le stesse regole di accesso previste per i privati, compresa la possibilità di iscrivere i familiari a carico al proprio fondo negoziale di riferimento.

 

2. La possibilità, per i lavoratori assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000, di aderire rimanendo in regime di trattamento di fine servizio (Tfs)  senza dover trasformare questa prestazione in Tfr e con la facoltà di destinare al fondo pensione il solo contributo datoriale ed il Tfs (in tutto o in parte) alla fine del rapporto di lavoro.

 

3. Conseguentemente la possibilità per il lavoratore di esercitare l’opzione per la trasformazione del Tfs in Tfr anche in una fase successiva all’adesione al fondo pensione.

 

4. L’adesione contrattuale, con sola contribuzione a carico del datore di lavoro, sul modello delle adesioni contrattuali del settore privato (pe ccnl del settore edilizia), fermo restando il carattere aggiuntivo delle risorse necessarie rispetto a quelle individuate dall’accordo quadro del 30 novembre 2016 per il rinnovo della parte economica dei contratti del pubblico impiego.

  

5. L’informazione e la sensibilizzazione dei lavoratori, anche con un nuovo semestre di comunicazione sulla destinazione del Tfr, sul modello di quello del 2007 il silenzio assenso, da estendere anche i lavoratori del settore pubblico  (che all’epoca non vennero coinvolti) e da ripetere periodicamente.  A questo andrebbe aggiunto l’impegno delle amministrazioni datrici di lavoro ad informare i propri dipendenti.

 

 

Su queste proposte la Uil chiede che  si apra il confronto, pronta a condividerle ed a migliorarle insieme con tutti gli attori istituzionali e sociali ma con la consapevolezza che occorre partire subito e che ulteriori ritardi non sono ammissibili.