Ivana VERONESE: comunicato Stampa del 28/12/2021
Al via il decreto flussi 2021 per l’ingresso per lavoro di cittadini di paesi terzi
Al via il decreto flussi 2021 per l’ingresso per lavoro di cittadini di paesi terzi
28/12/2021  | Immigrazione.  

 

 

Il dispositivo è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevista la partenza delle domande per metà gennaio 2022. I ritardi nella pubblicazione e le difficoltà dell’apparato amministrativo hanno virtualmente fatto saltare l’anno 2021. Le valutazioni della UIL

 

Lo scorso 21 dicembre il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato il testo del Decreto Flussi 2021. Il dispositivo non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, dunque, non è ancora operativo. Ci si aspetta che lo sia nei primi giorni di gennaio 2022.

 

Il dispositivo si compone di sei articoli:

 

Art. 1 e art. 2.I numeri. Le quote d’ingresso L’art. 1 stabilisce che “per l’anno 2021 sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, cittadini non comunitari entro una quota complessiva di 60.700 unità”. L’art. 2 fissa per i lavoratori subordinati non stagionali e per lavoro autonomo 27.700 quote d’ingresso.

 

Art. 3 – I settori interessati.Le quote previste nell’articolo 2 riguardano lavoro subordinato non stagionale per i settori del trasporto merci per conto terzi, dell’edilizia, e turistico alberghiero nella misura di 20 mila quote d’ingresso, riservate “a Paesi che hanno sottoscritto – o stanno per sottoscrivere- specifici accordi di cooperazione in materia migratoria con l’Italia”. Altre tremila quote d’ingresso riguardano lavoratori provenienti da Paesi con i quali – nel corso dell’anno 2022 – entrino in vigore tali accordi.

 

Art. 4Formazione e Venezuela. Sempre l’art. 2 prevede le seguenti ulteriori quote d’ingresso: - 100 riservate a cittadini stranieri non comunitari, residenti all’estero, che abbiano completato programmi di formazione nei Paesi d’origine, ai sensi dell’art. 23 del Testo Unico Immigrazione; - 100 lavoratori di origine italiana residenti in Venezuela;

 

Conversioni.Sempre nell’ambito dell’art. 2 del decreto sono autorizzate le seguenti conversioni di permessi di soggiorno: a) 4.400 permessi di soggiorno per lavoro stagionale; b) 2.000 permessi di soggiorno per studio, tirocinio /o formazione professionale; c) 200 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati a cittadini di paesi terzi da altro Stato membro della UE. A tutte le Strutture UIL Conversione di permessi per lavoro autonomo: 1) n. 370 per studio, tirocinio e/o formazione professionale; 2) n. 30 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati a cittadini di paesi terzi da altro Stato membro della UE.

 

Art. 5Altre categorie. Ulteriori 500 quote, previste nell’art. 2, riguardano le seguenti categorie: - Imprenditori che intendano investire in Italia con risorse non inferiori a 500 mila euro, creando non meno di 3 posti di lavoro; - Liberi professionisti rappresentati da associazioni iscritte in elenchi nazionali tenuti da pubbliche amministrazioni; - Titolari di cariche societarie di amministrazione e di controllo espressamente previsti dal decreto interministeriale 11 maggio 2011, n. 850; - Artisti di chiara fama, ingaggiati da enti pubblici e privati, con requisiti espressi dal decreto sopra menzionato; - Cittadini stranieri che intendono costituire imprese .

 

Art. 6Lavoro Stagionale. Il decreto, infine, stabilisce l’ammissione di 42 mila ingressi per lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, in particolare riservati ai Paesi che hanno o stanno per firmare accordi di cooperazione con l’Italia in materia migratoria. Delle 42 mila quote, 14 mila sono riservate ai lavoratori non comunitari le cui istanze di nulla osta siano presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro di CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Lega delle Cooperative e Confcooperative. Tali organizzazioni si impegnano a sovrintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori. Termini di presentazione delle domande: Per i lavoratori subordinati non stagionali provenienti da Paesi che collaborano con l’Italia, le domande possono essere presentate a partire dalle ore 09.00 del decimo giorno successivo alla data di pubblicazione sulla G. U. Per i lavoratori subordinati stagionali il termine è fissato a partire dalle ore 09.00 del quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione sulla G. U.

 

Valutazioni:La UIL prende atto della volontà del Governo di stabilire nuove modalità nella emanazione dei flussi d’ingresso, mettendo fine ad un blocco dei canali legali d’entrata per lavoro che durava da oltre 10 anni, cosa da noi sempre contestata. Alcune novità in questo decreto:

 

a) Ampliamento delle quote previste per il lavoro subordinato non stagionale, dedicate a categorie d’impiego che maggiormente soffrono di carenza di manodopera;

 

b) Si è messo fine alla lunga serie dei mini-dispositivi, condizionati dai decreti sicurezza e da una politica di virtuale chiusura degli ingressi legali in Italia;

 

c) Le quote d’ingresso favoriscono i paesi che collaborano con l’Italia nella lotta al traffico delle persone;

 

d) Si è data delega alle associazioni di categoria imprenditoriali della gestione di una parte delle quote d’ingresso, al fine di garantire la creazione di veri posti di lavoro.

 

Da parte nostra il giudizio è nel complesso positivo, con luci ma anche ombre. Facciamo notare, infatti, che i lunghi ritardi nella pubblicazione del decreto – dovuti certo alla pandemia, ma anche ad incertezze burocratiche e ad ostacoli di carattere politico – hanno avuto come conseguenza l’assenza di quote regolari d’ingresso nel 2021, cosa che non ha certo favorito la legalità degli arrivi di migranti in Italia. Tutto ciò a fronte di un quadro generale che ha registrato un forte aumento degli arrivi irregolari via mare e dalla cosiddetta rotta balcanica (66 mila persone sbarcate, cifra doppia rispetto il 2020, e con oltre 1500 morti nel Mediterraneo nel 2021).

 

Ci chiediamo infine se, a fronte della forte caduta demografica della popolazione italiana registrata ormai da molti anni dall’Istat ed alle ripetute carenze di manodopera in molti settori produttivi, non sia il caso di rivedere la politica migratoria degli ingressi rendendola maggiormente rispondente alle esigenze del mercato del lavoro, e pienamente rispettosa dei diritti umani fondamentali.