Il 25 aprile deve essere il giorno della memoria della Liberazione dal nazi-fascismo, ma non può essere solo il momento della rievocazione storica. Purtroppo, i germi che originarono la tragedia e gli orrori di quella guerra non sono stati debellati del tutto e rivivono nelle manifestazioni di intolleranza, contrapposizione e odio di cui le cronache ci danno conto: i rigurgiti nazisti che emergono in più parti d'Europa sono la più evidente delle testimonianze di questo rischio.

Ecco perché i valori della Resistenza sono ancora attuali: libertà, giustizia sociale, pace e progresso restano gli unici solidi pilastri per la costruzione di una società moderna, fondata sul dialogo e sulla convivenza civile. Oggi, poi, c'è un altro rischio che occorre evitare, meno drammatico, ma non per questo meno preoccupante. Il diffuso impoverimento e l'affievolimento dei diritti può determinare frustrazione, rassegnazione e asservimento, soprattutto nei più giovani: una società così costruita non genera cittadini liberi. Il nostro impegno per onorare il sacrificio di chi combatté e morì per la Resistenza deve vederci presenti tutti, ognuno per la propria parte, su entrambi i fronti, in Italia come in Europa.

Roma, 25 aprile 2016