I dati diffusi oggi dall’Istat, che segnalano e confermano il forte differenziale della ricchezza pro capite tra il Centro Nord e il Sud, sono un segnale e un allarme in più per sostenere che c’è la necessità di una svolta nelle politiche di sviluppo in generale e nel Sud d’Italia in particolare.
Nella Legge di Stabilità, approvata al Senato, purtroppo, non abbiamo ancora visto quel “cambiamento di verso” che sostenga una crescita sostanziosa e duratura nel tempo per il Sud, anzi stiamo assistendo a un “derby” tra il potenziamento della decontribuzione per le nuove assunzioni e il credito di imposta per gli investimenti.
A nostro avviso, invece, per il Sud c’è bisogno di tutte e due gli strumenti, in quanto l’uno è complementare all’altro, per andare verso una reale fiscalità di vantaggio, in grado di attrarre investimenti.
Per questo chiediamo al Governo e alla Camera dei Deputati di rafforzare queste due leve che, insieme all’individuazione in ogni Regione delle “Zone Economiche Speciali”- ovvero delle zone con tassazione diretta e indiretta inferiore a quella stabilita dalla Legge - attraggano nuovi investimenti.
Occorre, inoltre, accelerare la spesa, soprattutto nel Sud, per favorire opere pubbliche immediatamente cantierabili.
Tutto ciò è possibile concentrando le risorse dei Fondi Europei e del Fondo Sviluppo e Coesione per far sì che anche al Sud si crei ricchezza, sinonimo di sviluppo, buona occupazione e benessere sociale.
Roma, 26 Novembre 2015