Dichiarazione di Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL
La flessibilità, più o meno buona, è arrivata a sfiorare complessivamente 82 avviamenti al lavoro ogni 100, in presenza di un tasso di disoccupazione che continua inesorabilmente a crescere.
I dati del II trimestre 2014 sulle Comunicazioni Obbligatorie (cioè quanto e come le imprese avviano al lavoro le persone) – resi noti dal Ministero del Lavoro - , ci dicono anche altro.
L’introduzione della “acausalità” generalizzata nei contratti a tempo determinato si è tradotta in un aumento, congiunturale e tendenziale, dell’incidenza di questa tipologia contrattuale che, in tale trimestre, ha interessato 70 attivazioni ogni 100. Ma preoccupante, è il calo della quota di attivazioni “stabili” (a tempo indeterminato): solo 15 attivazioni ogni 100 rapporti aperti. Da questi dati emerge che è sostanzialmente fallito l’obiettivo di tutti i proponenti le riforme del lavoro di rendere più stabile l’occupazione.
L’occupazione non si crea né con le leggi sul lavoro (queste sono deputate a regolarlo), né con un aumento di instabilità/temporaneità lavorativa (concausa degli alti tassi di disoccupazione). L’occupazione si crea pianificando e costruendo serie politiche economico-fiscali-industriali orientate allo sviluppo del Paese.
Come diceva una celebre canzone “tutto il resto è noia”.
Roma, 9 settembre 2014