“La decisione dell’Unione europea di rivedere il divieto totale di vendita delle auto con motore termico dal 2035, nell’ambito del pacchetto europeo sull’automotive, rappresenta un passo necessario, ma non ancora sufficiente”.
È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo.
“Il fatto che il divieto non venga formalmente applicato conferma la consapevolezza, da parte delle istituzioni europee, dell’eccessiva rigidità di un percorso che rischiava di scontrarsi con la realtà del mercato e con i legittimi bisogni dei consumatori. La Uil - ha sottolineato Buonomo - accoglie positivamente questa scelta, convinta che la transizione verso una mobilità più sostenibile debba essere realistica, graduale e tecnicamente fondata, senza imporre approcci ideologici difficilmente sostenibili. Ora, è fondamentale accompagnare questa revisione con politiche industriali concrete, in grado di rilanciare un settore dell’automotive europeo, e in particolare quello italiano, in crisi da troppo tempo. Servono incentivi alla produzione - ha proseguito Buonomo - una strategia europea sulle batterie, lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e un sostegno strutturale alla filiera delle Pmi. Soprattutto, non si può prescindere dalla dimensione sociale, che deve rimanere centrale in ogni scelta politica. Le lavoratrici e i lavoratori dell’industria automobilistica, della componentistica e delle piccole e medie imprese devono poter affrontare il cambiamento senza subire perdita di occupazione, peggioramento delle condizioni di lavoro o disinvestimenti industriali. Ogni intervento normativo deve, quindi, combinare obiettivi ambientali ambiziosi con misure concrete a sostegno dell’occupazione, della formazione e della riconversione professionale.
La Uil - ha concluso Buonomo - continuerà a seguire con attenzione l’evoluzione del quadro normativo europeo, chiedendo che il Green Deal non sia soltanto un obiettivo ambientale, ma un vero progetto industriale e sociale, in grado di tutelare lavoratrici, lavoratori e imprese, valorizzare la manifattura italiana ed europea e trasformare la transizione ecologica in una concreta opportunità di crescita“.
Roma, 17 dicembre 2025



