“L’emendamento presentato dalla maggioranza al Ddl 1561, Decreto Ilva, attualmente in discussione in Parlamento, rappresenta un attacco diretto ai diritti di lavoratrici e lavoratori. Lo riteniamo grave, ingiusto e inaccettabile”
È quanto hanno dichiarato le segretarie confederali della Uil, Ivana Veronese e Vera Buonomo.
“Con l’introduzione dell’art. 9-bis si intende anticipare la decorrenza della prescrizione quinquennale dei crediti da lavoro in costanza di rapporto di lavoro, sovvertendo quanto sancito da due importanti sentenze della Cassazione del 2022 e 2023 che invece ne fissavano l’avvio alla cessazione del rapporto. Un principio, quest’ultimo - hanno spiegato Veronese e Buonomo - di buonsenso che tutela chi, nel contratto di lavoro, è la parte più debole: la lavoratrice e il lavoratore.
“Preoccupante è anche il concetto di ”grave inadeguatezza“ relativo alla retribuzione, formulato in modo vago, aleatorio e privo di parametri oggettivi, che rischia di generare ulteriore incertezza giuridica, riducendo l’efficacia dell’art. 36 della Costituzione. La norma - hanno aggiunto Veronese e Buonomo - invece di offrire al giudice uno strumento chiaro per valutare la proporzionalità e la sufficienza della retribuzione, ne limita l’azione elevando arbitrariamente la soglia di intervento”.
“Con questo emendamento si rischia di aprire la strada a una pericolosa prassi: svuotare di valore importanti decisioni della giustizia e legittimare, per via legislativa, l’elusione e riduzione dei diritti delle lavoratrici e lavoratori così come è già recentemente accaduto attraverso altri provvedimenti legislativi. Chiediamo, quindi - hanno concluso le due segretarie - il ritiro immediato dell’emendamento. I diritti si difendono, si incrementano, ma non si riducono”.
Roma 17 luglio 2025