“Siamo contrari a una militarizzazione dei fondi per la coesione per il Mezzogiorno. È inaccettabile che queste risorse siano considerate un bancomat per rispondere a ogni emergenza dell’Unione. L’Europa della solidarietà non sia sostituita dall’Europa delle armi”
È quanto dichiarato dal Segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
“Il piano ReArm Europe, così come delineato dalla Commissione europea, rischia di svuotare di senso e risorse l’unica politica europea finalizzata alla riduzione dei divari territoriali, sociali ed economici. Rafforzare la difesa comune è un obiettivo legittimo - ha precisato Biondo - ma sacrificare i fondi pensati per infrastrutture, scuola, salute, mobilità e occupazione significherebbe tradire i principi fondanti l’Unione. Inoltre, già da tempo, la possibilità di aggiungere risorse alla spesa nazionale, invece che sostituirla, è stata compromessa. Ora rischia il colpo finale”.
“Il nostro Paese, in particolar modo - ha proseguito il segretario - con appena il 4% di spesa certificata e il 25% di risorse impegnate, si trova in una posizione di estrema vulnerabilità rispetto alle pressioni europee per una riprogrammazione dei fondi, specie nel Mezzogiorno”.
“Serve, quindi, un impegno chiaro del Governo a tutela dell’allocazione originaria delle risorse 2021-2027. Occorre rilanciare le politiche di coesione con obiettivi chiari e misurabili - ha concluso Biondo - attraverso una governance che coinvolga davvero le Regioni e le parti sociali, per stimolare il protagonismo dal basso e difendere i diritti di cittadinanza”.
Roma, 13 maggio 2025