“Il ddl rappresenta un passo importante nel percorso di definizione della messa a terra del regolamento europeo ’AI Act’, ma occorre evitare i rischi di una deriva tecnocratica. La rinuncia preventiva alla costruzione di infrastrutture e modelli di IA pubblici e realizzati in Italia o su scala europea, infatti, rischierebbe di generare una grave debolezza e una dipendenza, a danno della competitività del sistema Paese e dei lavoratori”.
È quanto ha dichiarato, oggi, Francesco Maria Gennaro, della segreteria generale della Uil, in occasione dell’audizione alle Commissioni riunite trasporti, poste e telecomunicazioni e attivitá produttive della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante “Disposizioni e deleghe al governo in materia di Intelligenza Artificiale”.
“La consapevolezza di dover produrre una solida cornice legislativa sul tema e l’annuncio della centralità antropocentrica sono buoni segnali, ma molte sono le lacune. La più rilevante - ha sottolineato Gennaro - riguarda l’assenza di riferimenti in tema di salute e sicurezza sul lavoro, anche in considerazione del fatto che l’intelligenza artificiale dovrà giocare, sempre più, un ruolo decisivo nella prevenzione dell’intollerabile piaga sociale delle morti e degli infortuni sul lavoro. Peraltro - ha proseguito il sindacalista della Uil - l’aumento di produttività atteso dall’IA non può fare rima col solo e mero profitto, ma deve essere votato alla redistribuzione della ricchezza salariale e oraria, favorendo la conciliazione vita-lavoro. Questo passaggio deve essere l’essenza del testo. Inoltre, è necessario esplicitare e formalizzare la centralità della contrattazione, nazionale e di secondo livello, a garanzia di un corretto utilizzo dell’IA nei luoghi di lavoro. Così come è fondamentale rafforzare sia i capitoli relativi alla formazione, prevenzione e riqualificazione professionale sia quello riguardante gli investimenti”.
“Infine - ha concluso Gennaro - il riconoscimento del ruolo delle parti sociali è sottodimensionato. Le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, dunque, non dovranno essere escluse dalla composizione dell’Osservatorio dedicato né dalle prossime fasi decisionali in ambito normativo e tecnologico”.
Roma, 6 maggio 2025