“Abbiamo il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa, tante donne inattive e scoraggiate. Donne costrette a lasciare il lavoro dopo la nascita del figlio per mancanza di asili nido, perché lavorano part-time e quel reddito non basta per pagare rette o babysitter, donne demansionate al rientro della maternità, donne a cui viene chiesto di non fare figli per poter fare carriera. Questa è la dura realtà che affrontano tante donne ogni giorno, non è una narrazione da cambiare, ma una “situazione reale” da modificare”
È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese.
“Asili nido, lavoro a tempo pieno, lavoro stabile e non precario sia per il privato che per il pubblico impiego, sono queste - ha rimarcato Veronese - le basi che permettono ad una donna, se lo desidera, di intraprendere una maternità”.
“Alle nostre ragazze vengono offerti solo lavori precari, tirocini extracurricolari, lavoro intermittente o vengono invitate ad aprirsi la partita iva per 800€ al mese. Lavoratrici fantasma – ha sottolineato la sindacalista - che non possono chiedere un prestito o accendere un mutuo. È una vergogna!”.
“Si può e si deve fare di più. Non solo per aumentare la natalità – ha concluso Veronese - ma per riconoscere talenti e capacità delle donne in ambito professionale”.
Roma, 2 maggio 2025.