FISCALITA' LOCALE  - Ivana VERONESE
Veronese: Tassa rifiuti, in 5 anni aumenti medi del 2,4% con punte del 35,1%
Lo studio sulla Tari del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil
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10/04/2021  Fisco.  

 

 

Tra il 2016 e il 2020, ovvero in 5 anni, la Tassa sui Rifiuti (TARI), aumenta mediamente del 2,4%, mentre nell'ultimo anno l'aumento č pari allo 0,8% sul 2019.


In valori assoluti, spiega Ivana Veronese - Segretaria Confederale UIL - le famiglie italiane verseranno, nel 2020, nelle casse comunali, in media 307 euro, a fronte dei 304 del 2019 e dei 299 versati nel 2016.


Č quanto scaturisce dallo studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio della UIL che ha elaborato i costi in 105 cittā capoluogo di provincia.
Il campione si riferisce ad una famiglia composta da quattro componenti con una casa di 80 mq.


Nelle cittā in cui č in vigore la tariffa puntuale (TARIP) si č fatto riferimento agli "svuotamenti minimi" e le tariffe sono comprensive dell'IVA al 10%. La TARI č comprensiva del tributo provinciale ambientale (TEFA).



CONCLUSIONI


Dai dati scaturiti dallo studio si evince che, nell'anno dell'emergenza pandemica, la stragrande maggioranza delle cittā ha scelto di diminuire o lasciare invariate le aliquote della TARI.


Rimane il dato - commenta Ivana Veronese - che conferma il peso sul bilancio delle famiglie, soprattutto nel Mezzogiorno, di una tassa che spesso non corrisponde ad un servizio efficiente ed efficace.


Infatti, le tariffe della TARI devono assicurare l'effettiva copertura sia di gestione del servizio che di investimento nelle infrastrutture inerenti al ciclo integrato dei rifiuti, per rendere qualitativamente migliore la vita del cittadino.


In ragione di quanto detto, per la Uil occorre puntare ad una politica di investimenti nel ciclo integrato dei rifiuti, soprattutto nel Mezzogiorno, utilizzando anche le risorse della Next Generation UE.


Infine, conclude la Segretaria confederale della UIL, chiediamo al Governo di intervenire sulla norma istitutiva della TARI risolvendo, una volta per tutte, il nodo dei crediti insoluti che ad oggi pesano sul costo complessivo del servizio e, conseguentemente, sulle tasche dei cittadini.