PARI OPPORTUNITA'  - 
11 ottobre - giornata internazionale delle bambine
Dopo il Covid per chiudere il gender gap mondiale non ci vorranno più 99 anni, ma 135!
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12/10/2021  | Sindacato.  

 

 

Nel 2012 l'ONU indicò l'11 ottobre come la giornata mondiale delle bambine.

 

Una scelta quanto mai opportuna: le bambine in tutto il mondo sono le più esposte ai rischi di abuso.

 

Anche quest'anno Terre Des Hommes ha prodotto il suo rapporto annuale "InDIFESA", che proprio in occasione della sua decima edizione registra un ulteriore arretramento dei diritti delle bambine nel mondo, derivante dalle nuove crisi ingenerate dalla pandemia da Covid-19.

 

Come si può leggere a pag 56 del rapporto, "Se nel mondo "pre Covid-19" sarebbero stati sufficienti 99 anni per chiudere il gap, in quello "post Covid-19" serviranno ben 135 anni."

 

Stereotipi che frenano il cambiamento, politiche che non tengono conto delle differenze di genere da riequilibrare, donne escluse dai luoghi della decisione fanno emergere che la rincorsa alla parità deve recuperare un gap ancora maggiore.

 

Diventa sempre più evidente che è necessario rafforzare anche nel nostro Paese gli strumenti per sostenere e velocizzare quel cambiamento culturale ormai innegabilmente necessario per produrre "avanzamenti di genere" positivi in ambito politico, civico e sociale: a partire dall'istruzione, il primo diritto da garantire ad ogni bambina in ogni luogo del mondo, passando per la salute anche sessuale e riproduttiva, alla sicurezza da bullismo, violenze, emarginazione.

 

Il dossier dedica attenzione anche alle figure di giovani che si sono distinte nella lotta al cambiamento climatico ed alla protezione dell'ambiente: a volte derise, sminuite nel loro impegno, a volte anche minacciate, hanno ribadito la necessità di invertire il trend, e di farlo in fretta. Con coraggio.

 

Bambine, giovani, donne, sono la speranza del mondo.

 

Il dossier InDifesa 2021 traccia una panoramica ampia che "dà i numeri" in molti campi. Vale la pena di sfogliarlo riflettendo sul fatto che bambine e ragazze sono le prime vittime, ma nella vita come nello sport hanno il diritto di "giocare alla pari", e quando ciò avviene i risultati sono straordinari.