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INL - Relazione convalide dimissioni e risoluzioni consensuali - 2020
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23/09/2021  | Sindacato.  

 

 

L'illustrazione per l'anno 2020 delle 42.000 dimissioni volontarie dei genitori di figli nella fascia 0-3 anni ha messo a fuoco caratteristiche più precise rispetto agli anni precedenti.



Se i settori più interessati restano, come negli anni passati, quelli a più alta presenza femminile (manifatturiero, terziario...), il 2020 vede invece crescere le dimissioni delle madri impiegate in settori di servizio in prima linea nella pandemia, come la sanità e l'assistenza sociale.



Rispetto al 2019 i numeri complessivi di dimissioni volontarie nel 2020 sono diminuiti (-18%), ma ciò, rileva l'INL, vale molto più per i padri (minori dimissioni contabilizzate nel -31,1% rispetto all'anno precedente) che per le madri (diminuite solo per un -13,6%).



Emerge in maniera palese che le dimissioni delle madri sono la netta maggioranza: ammontano al 77% delle cessazioni totali, una media tra il 93% al Sud, l'83% al Centro e il 72% al Nord.



Nella maggioranza dei casi, le cessazioni dei padri sono motivate con una nuova attività lavorativa, ma non è così per quanto riguarda le madri: dice la presentazione che "Più del 94% delle cessazioni del rapporto di lavoro di lavoratrici madri e lavoratori padri sono riconducibili alle dimissioni volontarie e, per le donne, sono in larghissima parte (quasi 3 su 4) motivate dalla difficoltà di conciliare il lavoro con la cura dei figli, sia per ragioni connesse alla indisponibilità di servizi a supporto che per ragioni legate al proprio contesto lavorativo".



Ancora e sempre i numeri mettono in evidenza una situazione di insufficienza di risposte alle esigenze delle donne lavoratrici e madri, costrette a scegliere tra il lavoro e la cura dei figli, che si trovano a dover accudire spesso totalmente da sole. Devono scegliere tra il lavoro, che le rende autonome dal bisogno ed anche dalla violenza domestica, un lavoro che le mette in garanzia anche rispetto alla povertà in età anziana, un lavoro che produce altro reddito ed altro lavoro.... - e la cura dei figli, un desiderio a cui spesso devono rinunciare, perché non ci si può permettere tutti i figli che si desiderano (media desiderata di figli secondo l'ISTAT = 2, numero attuale = 1,2)


Il Direttore Generale dell'Ispettorato, Bruno Giordano, rileva che: "Scelte di questo tipo sono in effetti rinunce al lavoro, all'autonomia, alla professionalità e alla realizzazione personale. Ogni dimissione è una perdita di competenze che si traduce in un impoverimento delle professionalità di tutto il Paese".


"Le diseguaglianze di genere - prosegue Bruno Giordano - si sommano a quelle professionali e lavorative, creando complessivamente disparità di aspettativa, di realizzazione professionale e di partecipazione alla vita del Paese".


Finchè non ci saranno politiche ed investimenti mirati per le donne, le famiglie e la società ne subiranno le conseguenze: un paradigma chiarissimo, un trend che ci auguriamo venga invertito a partire da subito anche grazie alle risorse europee.

 

Link alla relazione:
https://www.ispettorato.gov.it/it-it/in-evidenza/Documents/Relazione-convalida-dimissioni-e-risoluzioni-consensuali-anno-2020-22-09-2021.pdf

 

Link alla sintesi qui:
https://www.ispettorato.gov.it/it-it/in-evidenza/Documents/sintesi-relazione-convalide-2020-22-09-2021.pdf

 

23 settembre 2021