UIL CAMP il racconto della coordinatrice Uil giovani Emilia Romagna
SETTEMBRE 2018
Sindacale
UIL CAMP il racconto della coordinatrice Uil giovani Emilia Romagna
di   Elisa Sambataro
 
Siamo partiti. Con grande passione e anche con una forte emozione. Il calendario ci racconta che il Uil Camp si è ormai concluso, ma, per noi, giovani della Uil, rappresenta invece la stazione di partenza di un lungo viaggio perché, da affamati di sapere, abbiamo compreso come formarsi sia un processo che dura nel tempo. Quando, alcuni mesi fa, in occasione di uno dei tanti momenti di confronto, il Segretario Generale Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani ci ha prospettato l’idea di una tre giorni di formazione, ci ha colto di sorpresa. Sia perché essendo nati da meno di un anno siamo ancora in una fase di rodaggio, sia perché la responsabilità che ne scaturiva era di notevole spessore. In tutto questo periodo in cui abbiamo fatto grandinare idee e proposte, una cosa ci ha gratificato più di tante altre: l’essere stati ascoltati. Con attenzione anche quando, lo ammettiamo il nostro essere giovani debordava un po’. Il Uil Camp è nato così: con un atto di fiducia nei nostri confronti ed è stato costruito proposta dopo proposta, insieme ai ‘grandi’. La nostra formazione è cominciata qui. Ed è avvenuta con accanto tutor di comprovata esperienza. A cominciare dal segretario generale Uil Emilia Romagna. Filo conduttore del Uil Camp, la volontà di farci crescere professionalmente, ma anche da un punto di vista umano. Un processo costante perché, se da un lato, il Uil Camp doveva fornirci gli strumenti affinché un domani chi lo desiderasse potesse mettere le mani in pasta nel sindacato. Dall’altro, ci ha ‘insegnato’ quanto le storture o le distorsioni dell’attuale mondo del lavoro possano essere raddrizzate, a patto di possedere le conoscenze e gli strumenti adatti in mano.
Il Uil Camp ha, quindi, un duplice valore e il grande merito di averci fatto comprendere, anzi toccare con mano, come noi giovani non siamo soli. In un clima informale, la nostra tre giorni ci ha visto studiare a fondo tutti gli aspetti connessi al mondo del lavoro anche in un’ottica sindacale. Dalla tipologia dei contratti al come si conduce una trattiva avendo ben chiaro come l’obiettivo finale sia la tutela del lavoratore oppure nel caso di tavolo di confronto, teso ad esempio, a costruire nuove politiche di welfare, il fine ultimo sia il mettersi al servizio della comunità. Di tutta la comunità a cominciare dai più fragili. In cattedra abbiamo avuto insegnanti di prim’ordine: il Segretario Generale Uil, Carmelo Barbagallo, il Segretario Organizzativo Uil, Pierpaolo Bombardieri e il Segretario Confederale Uil Antonio Foccillo. Tecnica, strumenti, norme e storia perché bisogna sempre sapere da dove veniamo per costruire il dove si va. Tre giorni in cui non abbiamo solo ascoltato, ma interloquito, avanzando anche le nostre proposte. Dal desiderio di spingere sull’acceleratore di vere politiche a sostegno dei giovani fino a politiche attive più a favore dell’occupazione giovanile, passando per un welfare più attento al mondo femminile oppure per una migliore conciliazione dei tempi di cura e di lavoro e una revisione della legge Fornero. Migliorarsi per poi ridistribuire le competenze e le conoscenze acquisite perché, comunque, sia per chi vorrà imboccare la strada del sindacato entrando nelle fila della Uil sia per chi vorrà impegnarsi nel mondo del lavoro oppure nel Terzo Settore.  Il Uil Camp ci ha dimostrato che se si vuole, si può. E si può cambiare in meglio perché il futuro passa da noi.
 
 
Potrebbe anche interessarti: