Preparare la nuova stagione contrattuale con un patto politico. </p> 
Intervista a Antonio Naddeo, Presidente Aran
DICEMBRE 2019
Intervista
Preparare la nuova stagione contrattuale con un patto politico.

Intervista a Antonio Naddeo, Presidente Aran
di   Antonio Foccillo

 

Caro Presidente, l’occasione di ringraziarti per esser stato tra i relatori del nostro ultimo attivo delle categorie del pubblico impiego UIL mi è proficua proprio per chiederti che impressioni hai avuto e quali riflessioni ti ha suggerito la giornata dei lavori? Non può che esser preziosa per il sindacato una valutazione diretta della sua controparte.

Ho accolto il Tuo invito a partecipare come relatore all’attivo delle categorie del pubblico impiego UIl, proprio per avere un confronto, al di là dei tavoli di contrattazione, sulla materia del lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Le testimonianze dei rappresentanti sindacali dei singoli comparti hanno segnalato che i temi del pubblico impiego sono molti e devono essere affrontati con grande attenzione da tutti gli interlocutori. Si dimentica spesso che le pubbliche amministrazioni svolgono servizi essenziali per i cittadini, servizi garantiti dalla Costituzione. Il dovere di una controparte, come è l’ARAN, a mio avviso, è quello di conoscere il sindacato anche nelle sue discussioni interne, ecco perché intendo partecipare e parteciperò, per quanto possibile, a tutte le iniziative a cui i vari sindacati intenderanno invitarmi.

 

Permettimi di entrare nel vivo delle questioni. È già trascorso un anno senza che si sia provveduto quanto meno a intavolare le prime trattative del rinnovo per il triennio 2019/2021. Noi siamo stati sempre dell’idea che comunque fossimo già nelle condizioni quanto meno di lavorare sulla parte normativa dei nuovi contratti, soprattutto memori dell’esperienza dell’ultimo rinnovo che, nella ristrettezza dei tempi, non ci consentì di approfondire diverse tematiche che così decidemmo di rinviare a delle code contrattuali. Oggi, ancor più con l’incremento operato sotto il profilo delle risorse, seppur non ancora sufficienti, crediamo che sia importante iniziare a lavorare da subito. In attesa, ovviamente, del necessario atto di indirizzo, a tuo parere, ci sono le condizioni per iniziare a negoziare?

È passato già il primo anno di decorrenza per il rinnovo del triennio 2019/2021, ma questo potrebbe essere fisiologico, anche perché i rinnovi del periodo precedente si sono conclusi per i comparti nel 2018 e si stanno concludendo ora per le aree dirigenziali. Fondamentale a mio avviso è lo stanziamento delle risorse necessarie per i rinnovi 2019/2021 nella legge di bilancio in via di approvazione in questi giorni in parlamento. Fondamentale perché potrebbero garantire l’apertura delle trattative nel 2020 e dare finalmente, dopo anni di blocco, una continuità della contrattazione, necessaria non solo per gli adeguamenti retributivi, ma anche per migliorare gli istituti normativi. Sul fatto poi di iniziare a negoziare anche in mancanza dell’atto di indirizzo, la mia risposta è sì. Nessuno vieta alle due parti di lavorare in anticipo su alcuni temi fondamentali del rapporto di lavoro. Anzi questo consentirebbe di arrivare poi al negoziato vero e proprio più preparati.

 

Ormai da qualche mese sei alla guida dell’Agenzia e subito ti sei trovato a dover gestire partite ancora in sospeso della precedente tornata contrattuale. Ebbene, una, in particolar modo, come anche hai visto dagli interventi delle nostre categorie all’attivo, è la questione delle commissioni paritetiche per gli ordinamenti professionali. Noi riteniamo che sia essenziale chiudere bene e al più presto i lavori delle commissioni insediate prima di entrare nel vivo delle nuove trattative per il triennio 2019/2021. Che notizie puoi darci?

Le Commissioni paretiche sul nuovo ordinamento professionale che abbiamo attivato nei vari comparti, le ritengo strategiche per la costruzione di uno nuovo sistema di classificazione del personale per i prossimi anni. Certo i lavori delle Commissioni sono condizionati dalla incertezza delle risorse e dalle diverse situazioni esistenti (il cosiddetto mansionismo) nelle varie pubbliche amministrazioni, ma l’obiettivo comune deve essere quello di assicurare al prossimo contratto un moderno ordinamento professionale, più flessibile per adattarsi alle differenti organizzazioni del lavoro. Inoltre deve dare una migliore prospettiva di carriera ai dipendenti non legata solo ad incrementi economici. Conto di portare a termine i lavori delle commissioni nei primi mesi dell’anno.

 

Un’altra partita aperta in Aran è quello dell’accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali in caso di Diritto di Sciopero nel comparto Istruzione e Ricerca. Le trattative sono in corso, potresti darci una tua opinione o analisi del tema?

Sull’accordo dei servizi pubblici essenziali in caso di sciopero nei settori istruzione e ricerca, richiesto dalla Commissione di garanzia, nonostante la difficoltà del tema e una certa resistenza di parte sindacali, stiamo ad un buon punto. abbiamo avuto una proroga da parte della Commissione di garanzia, e contiamo di concludere entro i primi mesi del 2020.

 

Un tema invece da riaprire, è quello della ridefinizione del regolamento per le elezioni delle Rsu e di conseguenza per la ripartizione delle prerogative sindacali per il triennio. Credo, infatti, che l’ultima tornata elettorale abbia ben evidenziato alcune lacune del sistema, che soprattutto con i nuovi comparti ci ha creato non pochi grattacapi. Immagino che probabilmente stiamo mettendo troppa carne al fuoco ma è possibile iniziare a rifletterci?

Il tema delle RSU e delle prerogative sindacali è quello più complicato da gestire, anche per i numerosi contenzioni che ne scaturiscono. Tutto quello che può servire per rendere più semplice questa materia ben venga e l’ARAN è pronta a fare una riflessione sul tema.

 

Da ultimo. Che ne pensi della nostra proposta, rinnovata anche all’attivo, di rintavolare un percorso come quello che ci portò tre anni fa a sottoscrivere l’accordo del 30 novembre? E, qualora la ritenessi valida, quale potrebbe essere il tuo contributo in qualità di Presidente dell’Aran?

Sono assolutamente d’accordo di preparare la nuova stagione contrattuale con un patto politico con il Governo su come deve essere la Pubblica Amministrazione nei prossimi anni. C’è bisogno di una nuova stagione riformatrice per riportare il pubblico impiego al centro del dibattito, non come spesa da tagliare, ma come elemento fondamentale per lo sviluppo del paese. L’Aran può avere un ruolo tecnico importante per fornire al Governo proposte e soluzioni tecniche.

 

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