Pensieri
OTTOBRE 2018
Viaggio della memoria
Pensieri
di   

 

Federica Scerbo

A poche settimane dal Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale per la commemorazione delle vittime dell’Olocausto, risulta ancora più significativa l’esperienza del “Viaggio nella memoria”. Un’iniziativa completa a trecentosessanta gradi, che ha portato ad un’estesa riflessione su tematiche che ancora oggi risultano orribilmente attuali: antisemitismo, xenofobia, intolleranza e paura nei confronti del diverso. Il “Viaggio nella Memoria” ha fortemente ribadito che solo favorendo il dialogo interculturale, valorizzando la cultura di popoli e comunità diverse, si può evitare che orrori come quelli della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto si possano ripetere. Solo studiando e comprendendo quello che è stato, sgombrando la propria mente da pregiudizi e paure infondate, gettando il proprio cuore oltre gli ostacoli della reticenza, dell’individualismo e dell’egoismo si può vincere, insieme. Grazie per la meravigliosa esperienza.

 

Filomena Ardolino

Sono volontaria del servizio civile presso la Uilscuola di Napoli. Premetto che avevo già visitato nel 2016 sia Auschwitz- Birkenau che Cracovia, quindi ero già a conoscenza di cosa mi aspettava quando mi candidai per il “Viaggio nella Memoria”. Mi sono sentita fortunata ad essere stata una dei 100 giovani perché per quanto si possa vedere e per quanto si possa leggere, questo viaggio ha marcato in modo irremovibile la mia memoria in quanto dopo poco l’arrivo in Cracovia siamo stati nel ghetto Ebraico con lo storico Pezzetti quella non è stata una semplice visita guidata perché comprendere la storia documentata da immagini ha permesso alla nostra mente di fare un viaggio nel passato. In serata abbiamo conosciuto Sami, mi verrebbe da raccontarlo come un nonno che racconta favolette ai nipoti... in quella sala eravamo tanti piccoli suoi nipoti, stanchi, ma incantati e commossi  ai sui racconti, peccato che quei racconti non erano stati inventati ma era una cruda e reale storia di vita; il giorno seguente nel campo di Birkenau Sami ha condiviso con noi la visita e parte dei suoi neri giorni trascorsi lì. L’esperienza è stata unica perché sarà molto raro in futuro poter abbracciare commuoversi e incontrare gli occhi spenti di un deportato salvo visto che sono passati più di 70 anni da quella crudele barbaria. Certo se penso ai nostri giorni potrei dire che siamo salvi e fortunati, ma non canterei vittoria perché in modi diversi, con tempi diversi e soprattutto in circostanze diverse esiste ancora la supremazia di un popolo verso altre etnie e questa è una cosa davvero triste. Ringrazio l’organizzazione della Uil per averci dato tale opportunità. È stato tutto organizzato nei minimi dettagli e in modo davvero perfetto e porto nel cuore il clima fraterno che si è creato. Grazie Uil.

 

Alessandro Conforti

Non che il ricordo - la memoria- sia poi qualcosa di diverso dal viaggiare, e nel freddo di quel campo è un viaggiare faticoso, un ricordare per conoscere quel poco che si riesce; capire, questo no. Chi capisce il delirio? È il ricordo di Sami, il suo pianto, un viaggio lancinante, ogni volta ripetuto, ogni volta passato che non passa. Catarsi? Forse…angoscia senz’altro. Chi siamo noi? Tra i pochi aguzzini e i pochissimi eroi, le tante vittime, la sterminata folla di indifferenti, quale tragica maschera avremmo indossato noi? E come sopportarla, nel dopo? Dentro il silenzio agghiacciato di quell’Inferno (ma Dante aveva immaginato meno orrore) la speranza è solo quella di saper essere capaci di non imporre mai più maschere del genere. O le stiamo già indossando?

 

Alessandro Di Mauro

Ho avuto il piacere e l’onore di partecipare al viaggio della memoria, abbiamo ripercorso i luoghi principali delle tragedie e della barbarie perpetrata dai nazisti nei confronti degli ebrei. Un abominio che appartiene ad un passato molto recente, sono trascorsi difatti poco più di 70 anni, anche se i delitti commessi sembrano appartenere ad un mondo parallelo, ad una realtà molto distante... purtroppo non è stato così, ciò che è stato in grado di fare l’uomo scuote le coscienze fin dal profondo e lascia una netta sensazione di vergogna da un lato e di rabbia dall’altro. Dalla Cracovia nazista e ebraica, con approfondimenti specifici sul ghetto e sulle zone al confine tra  i due mondi, ai campi di concentramento di Auschwitz. È stato un crescendo di emozioni, che hanno trovato il loro culmine nella preziosa testimonianza del sopravvissuto Samuel Modiano. A soli 13 anni si trova a dover affrontare quanto di più assurdo potesse immaginare gli accadesse. Samuel ha perso il padre e la sorella nel campo di concentramento, lavorava 12 ore al giorno con un leggero vestiario e un solo pasto la sera composto da un pezzo di pane e un pò di brodo. In inverno la temperatura scendeva fino a -27°. È riuscito a salvarsi per miracolo. Nei suoi occhi e nelle sue parole, ho percepito l’amarezza di colui che è riuscito a sopravvivere con la morte nel cuore. Morte che ha travolto 6 milioni di ebrei, nelle camere a gas e nel muro della morte, gettati poi nelle fosse comuni o nei forni crematori. Il minimo che possiamo fare è ricordare e celebrare la memoria delle persone tragicamente uccise e maltrattate. Grazie alla UIL questo viaggio ci ha consentito di prendere ancor di più coscienza di quanto accaduto.

 

Simona Esposito

2 ottobre 2018, inizia il Viaggio nella memoria, nella memoria di chi ha sofferto, di chi ha vissuto sulla propria pelle la privazione della propria dignità. Un viaggio nella memoria di chi ha fortemente desiderato di porre fine ad un’ esistenza che non era degna di essere definita tale, ne di essere vissuta. Un viaggio nella Cracovia degli anni 40 del secolo scorso, la città ferma nel tempo, che non ha mai opposto resistenza alla follia nazista e che ancora oggi conserva intatto il suo fascino cosi come il suo dolore. Cento giovani con la Uil sono partiti per vivere un’esperienza cosi forte che a stento riesco a trovare le parole giuste. Non sono brava a manifestare le mie emozioni ne sono capace di scriverle ma in quell’occasione è stato davvero difficile gestire tutto. Ho varcato i cancelli di quei luoghi in cui sono stati consumati ingiustamente i più atroci massacri, in cui le famiglie venivano distrutte, in cui gli esseri umani diventavano pezzi da smaltire, oggetti senza anima, senza umanità, senza futuro poiché da li a poco la loro vita sarebbe finita. Per la prima volta mi sono trovata a toccar con mano la storia, quella che per anni apprendiamo dai libri o dai documentari. Per la prima volta mi sono sentita coinvolta in prima persona e ho avuto modo di ascoltare a pochi metri da me un sopravvissuto. Mentre raggiungevamo il campo di Birkenau, osservavo Samuel Modiano, seduto poco distante da me e mi chiedevo a cosa stesse pensando in quel momento; a quante volte era ritornato li e a cosa provava ogni volta che ripercorreva quella strada e che condivideva la sua storia. Quella storia che mi ha lasciato il vuoto dentro, che mi ha permesso di toccare con mano la disperazione, il dolore vissuto da quelle persone. Ho pianto ascoltando l’ultimo incontro di Samuel con la sorella e soprattutto la promessa fatta al padre; la promessa di farcela, di sopravvivere, di vincere la sfida peggiore che la vita potesse imporgli. Samuel ce l’ha fatta, ha vinto ma porta con se il marchio del dolore, di una dignità che gli è stata ingiustamente portata via e la consapevolezza del proprio vissuto. Un vissuto troppo forte, difficile da gestire e da portare con sé, ma un vissuto che Samuel ha condiviso con noi grazie alla sua tenacia, la stessa tenacia che gli ha permesso di vincere e mantenere la promessa fatta al padre, e anche grazie alle amorevoli attenzioni della moglie che era li vicino, per tenergli la mano, per asciugargli le  lacrime e per dargli la forza necessaria per proseguire. Le spiegazioni del professore Marcello Pezzetti ci hanno il minio perfetto ideato dalla mente umana, che è stato attuato senza provare alcun tipo di rimorso. Ecco davanti a quelle spiegazioni cosi minuziose, mi sono resa conto di come possa essere facilmente influenzabile la mente umana, tanto da compiere un atto disumano come il genocidio realizzato il secolo scorso. Questa osservazione mi spinge a riflettere anche sulla nostra situazione attuale, riguardante appunto l’emergenza migranti, che presenta uno scenario sociale per certi versi analogo a quello vissuto più di settanta anni fa. Ancora una volta la paura del diverso, il pregiudizio, la considerazione dell’altro come un nemico che ha contribuito al peggioramento della situazione politica, economica e sociale del nostro paese, ha favorito la nascita e la conseguente diffusione di una campagna di odio, alimentata anche dalla circolazione di informazioni poco chiare, nonché delle considerazioni fatte da coloro che purtroppo ci rappresentano politicamente nello scenario europeo. Pertanto ci troviamo a vivere in una situazione di sciacallaggio puro, che non consente il dialogo tra le diverse culture presenti oggi in Italia. Situazione che in una democrazia sostanziale non dovrebbe verificarsi. Ma soprattutto tale scenario dimostra come l’essere umano non abbia imparato nulla dalla storia passata. Il viaggio nella memoria, ha rappresentato un momento di riflessione sul nostro passato, su ciò che siamo oggi e su ciò che probabilmente diventeremo se non ci saranno cambiamenti. Un’esperienza che ha arricchito il nostro bagaglio culturale e che pertanto può essere utilizzata per migliorare il nostro operato quotidiano. Inoltre ha consentito il dialogo e il confronto tra giovani provenienti dalle diverse regioni italiane nonché la costruzione di relazioni umane e professionali che si spera possano essere coltivate nel corso del tempo. Infine vorrei ringraziare la Uil per l’opportunità che mi è stata data, soprattutto vorrei ringraziarvi perchè queste vostre iniziative non solo riescono a convogliare le forze e le menti giovani di questo Paese ma promuovono anche tolleranza, coscienza, aggregazione e altri valori positivi, che potrebbero essere utilizzati per la costruzione di un tessuto sociale più giusto e rispettoso delle esigenze e dei diritti di tutti. Grazie ancora.

 

Milena Aquilanti

Emozionante. Sconvolgente. Un colpo all’anima. Così definirei questo viaggio, che ci ha permesso di ripercorrere gli anno più bui della storia del Novecento. Vedere quei luoghi con gli occhi di Sami, percepire la sua sofferenza così profonda, così grande, nel ricordare l’incubo vissuto hanno reso questa esperienza ancora più forte. Siamo noi che dobbiamo diventare testimoni degli orrori di cui gli uomini si sono macchiati, siamo noi a dover dire forte il nostro no affinché tutto ciò non si ripeta, siamo noi che dobbiamo educare e crescere in maniera responsabile le nuove generazioni. Da educatrice ed insegnante ritengo che sia doveroso per tutte le scuole, predisporre dei percorsi come quello che la Uil ha magistralmente organizzato, per far respirare ai ragazzi di domani che quello che leggeranno sui libri di storia è successo realmente e mai piú si debba sopravvivere “per un sí o per un no”. Un sincero ringraziamento va alla Uil per avermi dato questa opportunità.

 

Marco Corsi

Carissimi, anche se con ritardo, riesco finalmente a condividere con Voi le mie impressioni circa “Il Viaggio della Memoria”. Anzi, questi giorni trascorsi fra il nostro ritorno ed oggi mi hanno permesso di sedimentare nel cuore e di accogliere al meglio nella mente le impressioni di un’esperienza unica. Credevo di sapere, supponevo di conoscere l’orrore. Invece no. Bisogna vedere, toccare con mano. È necessario fermare gli occhi su quel filo spinato, su quelle baracche, su quei poveri resti di quotidianità perduta per comprendere, almeno in parte, la nefandezza di quanto è accaduto. È un viaggio NECESSARIO. E sarebbe auspicabile, a mio avviso, renderlo obbligatorio nel percorso d’istruzione di secondo grado. Colgo quindi l’occasione per ringraziare di cuore la UIL, il prof. Pezzetti e il sig. Sami Modiano per quanto avvenuto in tre giorni davvero intensi e toccanti.

 

Gabriele Avellani

Gentili organizzatori, vi lascio con le poche righe richieste sotto, con il ringraziarvi nuovamente e fortissimamente ma soprattutto con la speranza di poter riprendere presto il percorso con voi tramite il ciclo seminariale “Go Beyond”. Dieci righe potrebbero essere insufficienti a spiegare cosa è stato Auschwitz. È stato l’inferno, è stato un martirio, è stato la fine del mondo. È stato il punto più basso toccato dall’uomo nella sua lunga storia, la raffigurazione in terra del lato più oscuro che ciascuno di noi si porta dentro con la forza però di un milione di uomini. È stato sopraffazione, unito a pazzia e inganno. È stato qualcosa da far studiare a scuola, da far comprendere, sul quale soffermarsi più che su Preistoria e Mesopotamia. Ma potrebbe esser pur vero che di dieci righe non ci sia bisogno per spiegare cosa è stato Auschwitz. Auschwitz è stato semplicemente morte, deliri di onnipotenza e fiumi di lacrime. È, tuttavia, per quanto scritto sopra che Auschwitz si è elevato a simbolo e passaggio fondamentale della vita dei nostri nonni, che pochi anni dopo avrebbero comunque dato alla luce i nostri genitori, che pochi anni dopo ancora avrebbero dato alla luce noi, diventando automaticamente parte anche della nostra storia per decine di motivi diversi. Infine, è stato teatro di gesti d’amore eterni, simbolici, non previsti dal nemico. Come a ricordare ai posteri che per quanto ci si possa costringere in senso contrario, nessun dittatore potrà comandare in eterno e nessun sopruso potrà mai azzerare il valore di un sorriso di una sorella.

 

Giulia Venturini

Il viaggio nella memoria è stata un’esperienza unica e indescrivibile. Ciò che ha reso ancor più speciale il viaggio è stata la presenza di Sami Modiano e del professor Pezzetti, che sullo sfondo di Cracovia, di Birkenau e di Auschwitz, ci hanno permesso di rivivere da protagonisti la storia e tutto quel dolore, lasciandoci la speranza ed il compito di non permettere più tali atrocità. Ascoltare la voce di Sami e vedere attraverso i suoi occhi, in quei luoghi dell’orrore, la sofferenza e la disperazione di un bambino che a soli 13 anni è stato costretto a rinunciare alla propria innocenza e spensieratezza, senza nessuna colpa, ha lacerato il cuore di tutti noi. Un’esperienza ricchissima, quindi, dal punto di vista emotivo, impegnativa certo, ma assolutamente determinante per la crescita personale di ognuno di noi. Grazie a Sami, al professor Pezzetti e alla UIL per averci consentito di conoscere da vicino, per non dimenticare e costruire insieme un futuro migliore.

 

 

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