La segregazione occupazionale femminile è un freno allo sviluppo
MARZO 2019
Speciale 8 marzo
La segregazione occupazionale femminile è un freno allo sviluppo
di   A. Di Canio

 

Il mercato del lavoro evidenzia ancora forti differenze tra donne e uomini: il tasso della partecipazione femminile e la qualità della medesima rendono palese un disequilibrio di genere e la conseguente necessità di intervenire con decisone e competenza per contrastare il fenomeno della segregazione occupazionale femminile. Questo odioso fenomeno si estrinseca in due forme: la segregazione orizzontale e quella verticale. La prima evidenzia la presenza di stereotipi sociali legati al genere, che ostacola la flessibilità del mercato del lavoro e si sostanzia nella scarsa presenza delle donne in determinati settori e, all’interno dei medesimi, in specifici ambiti e mansioni. La segregazione verticale, invece, deriva dalla presenza di ostacoli di vario genere che rendono estremamente difficoltoso il percorso di carriera delle donne, di fatto escludendole dalle posizioni apicali. In pratica, le donne che scelgono di lavorare in linea teorica avrebbero la possibilità di accedere a qualunque professione, però questo non accade e le loro scelte risultano confinate in un ambito più limitato, concentrandosi prevalentemente in poche occupazioni ricalcate sui ruoli tradizionali del lavoro domestico e di cura (impiegate, segretarie, commesse, cassiere, parrucchiere, infermiere, assistenti sociali, insegnanti, dietiste e nutrizioniste, etc.), caratterizzate da retribuzioni poco elevate e scarse prospettive di carriera, ma più compatibili di altre con la gestione dei carichi di famiglia.

 

La lettura di genere dei contratti di lavoro aziendali fornisce uno strumento importante per il successo e la diffusione delle buone pratiche realizzate ed anche un’opportunità di cambiamento e rinnovamento culturale perché l’idea che i contratti siano neutri è da rivedere. Questa apparente neutralità, insieme al mancato sanzionamento di comportamenti messi in atto durante la vita lavorativa, o al momento dell’accesso al lavoro, sono all’origine delle discriminazioni.

 

La nostra organizzazione sindacale, insieme a CGIL e CISL, pone quest’anno la contrattazione di genere al centro della giornata internazionale dedicata alla celebrazione della donna, nella consapevolezza che essa sarà il motore del cambiamento… e allora BUON 8 MARZO carissime: godiamoci la festa ed il dibattito, mentre raduniamo forza ed idee perché dobbiamo più che mai tenere alto davanti a noi lo sguardo e sedere ai tavoli di contrattazione con l’obiettivo di ricomporre il contrasto fra disuguaglianza reale e uguaglianza di diritto se vogliamo finalmente lasciarci alle spalle gli effetti di questa perdurante crisi economica.

 

 

*Uil Abruzzo

 

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