Continua la mobilitazione dei sindacati della Ricerca. Al Governo chiediamo risposte all’emergenza...
DICEMBRE 2018
Sindacale
Continua la mobilitazione dei sindacati della Ricerca. Al Governo chiediamo risposte all’emergenza...
di   Sonia Ostrica

 

Mentre la UIL e tutto il sindacato confederale sono impegnati nel compito arduo di intavolare un dialogo costruttivo con il Governo, le sigle rappresentative degli Enti Pubblici di Ricerca - Fed. UIL-SCUOLA - RUA, FLC- CGIL e FIR-CISL - all’indomani delle assemblee promosse a Bari, Milano e a Roma a sostegno della piattaforma sindacale unitaria, sono scese in piazza l’11 dicembre u.s. con un proprio Presidio a Piazza Montecitorio per sollecitare dallo stesso Governo interventi capaci in particolare di invertire l’annoso trend di declino (leggasi definanziamento ultradecennale) del settore della ricerca pubblica extra-universitaria. Maggiori risorse, prosecuzione e completamento delle procedure di stabilizzazione (tuttora in pieno svolgimento negli Enti grazie all’applicazione pur sofferta delle norme del decisivo decreto Madia) e del processo di semplificazione già avviato con il DL 218, superamento dell’eccesso di frantumazione con la creazione di un punto unico di “governance” istituzionale degli EPR, salvaguardia delle specificità e dell’autonomia della comunità scientifica nel rinnovo del ccnl, inizio di un confronto sul nuovo reclutamento: questi, in sintesi i punti sui quali abbiamo richiamato e stiamo richiamando con decisione l’attenzione e l’azione di un Governo che nella manovra di bilancio ha invece presentato misure di estrema debolezza per il settore, certo non compensate dalle promesse e dagli intenti “riformatori” indicati troppo vagamente nel DEF e comunque rinviati ad ipotetici provvedimenti “collegati”, ancora tutti da costruire.

Nel momento in cui il sindacato dall’interno delle realtà “aziendali” - nelle quali la nostra mobilitazione è stata costante in questi mesi a cominciare dall’obiettivo prioritario della stabilizzazione del precariato - sposta il confronto direttamente sul Governo esso lo fa nella piena consapevolezza delle difficoltà dell’attuale quadro politico e finanziario complessivo ma anche nella certezza che le proprie richieste si muovono in piena coerenza e nell’alveo delle rivendicazioni della piattaforma, varata dai direttivi unitari del 22 ottobre u.s.

La nostra iniziativa, dunque, mira alla salvaguardia dell’interesse generale di un Paese che voglia ancora scommettere nel suo futuro e nel proprio sviluppo innovativo e competitivo come ci chiede la stessa Europa ed in nome di una comunità scientifica e di lavoratori del settore che continuano a dare prova di grande impegno, professionalità e di eccellenza anche internazionale. Un ulteriore conferma della qualità dei ricercatori italiani viene anche da quanto comunicato a fine novembre dalla stessa Commissione UE circa l’esito dell’ulteriore recente concorso “Consolidator Grant” (all’interno del Programma di Ricerca ed Innovazione “Horizon 2020).

Selezione, questa, molto rigorosa e finalizzata alla distribuzione di un budget di 573 milioni di euro per complessivi 291 beneficiari di borse di studio che coprono una vasta gamma di argomenti in scienze fisiche ed ingegneria, scienze della vita, nonché scienze sociali ed umanistiche. Tra i ricercatori di 40 nazionalità che hanno ricevuto il finanziamento dal CER (Consiglio Europeo della Ricerca) 49 borse di studio sono andate a ricercatori tedeschi, 35 a ricercatori italiani, 34 a ricercatori francesi e 27 a quelli britannici. Il CER ha ricevuto 2389 proposte di ricerca ma solo il 12% è stato finanziato. Il 32% dei finanziamenti premia donne ricercatrici. Il nuovo ciclo di “sussidi” potrebbe arrivare a occupare fino a circa 2000 unità, ovvero posti di lavoro per post-dottorati, dottorandi ed altro personale inserito nei gruppi dei beneficiari in complessivi 15 progetti da svolgersi nei più prestigiosi centri di ricerca ed università italiane ed europee.

Certo l’impegno che l’Europa mette per gli investimenti in Ricerca ed Innovazione - peraltro destinati ad una consistente ed ulteriore crescita nella preparazione del nuovo ciclo finanziario 2021-2027 - non trova ancora il suo corrispettivo negli interventi dei nostri Governi. È vero che lo “scostamento” dal deficit proposto dal Governo ha oggettivamente liberato nuove e consistenti risorse per la manovra. Ma è altrettanto vero che lo scontro con il “rigorismo di Bruxelles” nel momento in cui scriviamo queste nostre considerazioni non appare ancora chiaramente concluso e sicuramente imporrà “sacrifici” alla attuale strategia del Governo. Dunque la necessità di venire in qualche modo incontro alle richieste della UE (per evitare la procedura di infrazione) è prevedibile che non solo finirà per ridurre questa disponibilità e conseguentemente renderà ancora più critico trovare il giusto equilibrio tra le misure che le forze politiche che guidano il Governo stesso intendono soprattutto orientare alla cosiddetta “stabilità sociale” (reddito di cittadinanza ed intervento sulle pensioni) e gli interventi rivolti più direttamente al sostegno della crescita e degli investimenti produttivi, tra cui quelli rivolti appunto allo sviluppo scientifico e tecnologico.

È proprio su questo punto - lo  ripetiamo, in piena coerenza con l’impulso proprio della piattaforma confederale unitaria verso investimenti pubblici e privati innovativi e correlati ad una nuova strategia di sviluppo industriale basato sui risultati delle “nuove conoscenze” scientifiche e tecnologiche - che si innestano le rivendicazioni proprie delle categorie della Ricerca. Rivendicazioni alle quali la UIL-RUA è orientata a dare ancora più ampio sostegno e respiro chiedendo anche:

* all’Europa: di escludere gli investimenti in Ricerca e Innovazione dal patto di stabilità;

* ai governi nazionali: di adottare misure ed assetti idonei a garantire che i trasferimenti pubblici per attività di Ricerca & Sviluppo siano gestiti con il massimo del rigore, rendendo possibile e misurabili le reali ricadute innovative ed occupazionali della allocazione delle risorse nello sviluppo industriale e dei servizi;

* alle istituzioni, alla comunità scientifica, al mondo imprenditoriale di ripartire in primo luogo dal Mezzogiorno, dai suoi ritardi, dalle sue distorsioni, per cominciare a tracciare un percorso diverso di un uso finalmente più virtuoso delle risorse che già oggi messe a disposizione in particolare per le aree tecnologicamente ed industrialmente ancora meno sviluppate del nostro Paese.

 

 

*Segretaria Generale UIL-RUA

 

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