Sbarchi, la futilitą di leggi basate sulla sicurezza
MAGGIO 2020
Societą
Sbarchi, la futilitą di leggi basate sulla sicurezza
di   Beppe Casucci

 

Malgrado l’approvazione delle nuove norme in materia di Immigrazione e sicurezza, si moltiplicano i boat people in arrivo dal Mediterraneo. Per chi è alla disperazione, norme più severe non producono alcun effetto, tranne che indebolire i diritti costituzionali e la stessa qualità della democrazia in Italia 

 

Possiamo pure prendercela con le ONG e minacciare di incriminare per favoreggiamento all’immigrazione clandestina chi si prodiga a salvare vite umane; possiamo indebolire il diritto costituzionale alla difesa (vedi ultima legge Minniti) ed offrire ai sindaci la carica di sceriffo (legge Orlando sulla sicurezza urbana), ma se pensiamo in questo modo di governare la prorompente spinta migratoria in arrivo dall’Africa allora vuol dire che siamo degli illusi. Ed i dati sono lì a testimoniarlo: 45 mila le persone arrivate alla data di oggi, il 44% in più rispetto lo stesso periodo del 2016. Inoltre, il 2017 sta per tramutarsi in un altro anno record, almeno su tre fronti: quello degli arrivi via mare (supereremo abbondantemente quota 200 mila a fine anno), quello dei morti in mare (siamo già sopra quota 1300); e quello dei minori stranieri scomparsi (nel 2016 sono quasi 30 mila di cui non sappiamo più nulla). Il bel tempo si fa beffe dei decreti- legge anti straniero; e gli scafisti si fanno beffe delle nostre autorità, aiutati come sono dalla chiusura virtuale degli ingressi legali in Europa per lavoro e la complicità di almeno parte delle milizie libiche. E poi c’è un fattore ancora più potente che gioca nel campo dei trafficanti di esseri umani: la demografia. Come è stato ripetuto più volte dai demografi, l’Africa sta raddoppiando la popolazione questo secolo. La sola Nigeria supera già oggi i 200 milioni di abitanti, e nel Nord Africa la media dei giovani è almeno doppia di quella Europea.

Così come è più che doppio il tasso di fertilità delle donne africane rispetto a quelle europee. Se vogliamo capire come accennare una risposta vera ad un fenomeno epocale, dovremmo andare alle cause che producono i sommovimenti delle persone: in primo luogo il sottosviluppo e la miseria di molte zone dell’Africa e del Medio Oriente (c’è gente che vive con meno di due dollari al giorno); in secondo luogo i cambiamenti ambientali di cui l’umanità è la prima responsabile, che causano gli spostamenti di intere popolazioni colpite dalla siccità e dalla carestia; last but not least, le guerre ed i conflitti locali che producono milioni di profughi. È una sfida enorme che certo l’Italia non può affrontare da sola. Il Belpaese fa già molto salvando migliaia di vite umane nel Mediterraneo e dando accoglienza a quasi 200 mila migranti e profughi, ma non sarà rendendo più rigide le norme che faremo deterrenza contro gli sbarchi. Questo è più che provato. Dobbiamo allora smettere di guardare alle prossime elezioni e far leva sulla pancia della gente. Questo provoca solo odio razziale e lacerazioni nel tessuto civile della nostra società. Dobbiamo guardare al medio periodo ed alla certezza che degli immigrati ormai non possiamo più far meno. Lottare contro l’ingovernabilità attuale dei flussi migratori e questo significa, tra l’altro: 1) aprire canali legali d’ingresso, dando ai migranti la possibilità di accedere alla legalità e non agli scafisti; 2) stabilire corridoi umanitari per chi ha diritto alla protezione internazionale; 3) cambiare il Regolamento di Dublino per una gestione europea solidale del problema migratorio; 4) E soprattutto favorire lo sviluppo economico e sociale in Africa e nel Mediterraneo, per offrire agli abitanti di quel continente la possibilità di non emigrare. In casa nostra l’urgenza maggiore è integrare migranti e profughi presenti e combattere le forme gravi di sfruttamento già presenti in settori quale quello agricolo, delle costruzioni e servizi alla persona. È anche giunto il momento di riformare l’odiosa legge Bossi Fini che ha solo creato in Italia discriminazioni, violazione dei diritti della persona e cittadini di serie B.

 

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