La sanità ha tenuto per la sua professionalità
MAGGIO 2020
Sindacale
La sanità ha tenuto per la sua professionalità
di   Giuliano Zignani

 

Siamo stati la seconda regione più colpita dal Covid-19, ma come è nel dna emiliano-romagnolo non abbiamo perso tempo e, senza recriminazioni e scaricabarile, ci siamo rimboccati subito le maniche. Abbiamo agito. La pandemia, qui, non ha risparmiato colpi, ma ha dimostrato come la nostra sanità sia capace di reggere ad una prova che nessuno poteva certo prevedere. Una sorta di stress test (volendo cercare qualcosa di positivo in quanto è accaduto) per il nostro sistema sanitario che, ribadisco con giusto orgoglio, è pubblico e tale deve rimanere. Per la cronaca, il 20% in mano ai privati è sotto stretto controllo della Regione Emilia Romagna. La sanità ha tenuto principalmente per la professionalità e l’abnegazione di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ma anche di tutti quei lavoratori lontani dai riflettori. Dagli addetti alle pulizie negli ospedali a chi lavora nelle cucine. Il servizio ha tenuto, ma ha anche mostrato crepe figlie dei tagli degli ultimi anni. Tagli a tutti i livelli: dai Governi alla Regione che, con quelle risorse, ha dovuto fare i conti. Ecco perché, ad emergenza rientrata, occorre aprire subito un confronto con viale Aldo Moro sulla riorganizzazione della nostra sanità. Dalle terapie intensive alla rimodulazione dei servizi fino alla rete ospedaliera. Dalle grandi emergenze, basti pensare al terremoto del 2012, l’Emilia Romagna ha sempre saputo imparare, migliorando e migliorandosi. Un altro esempio? Dalla terribile strage del 2 agosto 1980, è nato quel gioiello che è il 118 e il sistema delle emergenze sanitarie. Quanto abbia funzionato lo si è visto proprio ora. La prima linea sanitaria ha tenuto. Dove, invece, il Coronavirus sta lasciando strascichi negativi è sul sistema produttivo. Certo le aziende più strutturate hanno retto colpi e contraccolpi, ma il tessuto emiliano romagnolo è costituito per lo più da piccole e medie imprese, da stagionali e da artigiani. I dati della cassa integrazione sono impressionanti è veleggiano su cifre a cinque o sei zeri. Come quasi neppure durante la crisi del 2018. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è stato massiccio e qui la vera debacle è stata del Governo che ha lasciato e sta lasciando questi lavoratori senza un euro. Ricordo che la Cig non è una gentile concessione dell’Inps o del Governo, ma un diritto. La fase due ci ha visto in un confronto serrato con la Regione per la messa a punto di protocolli tali da permettere la ripartenza in assoluta sicurezza. Per tutti.

Protocolli, molti dei quali copiati e incollati dal Governo che non ha risparmiato pasticci. Anche qui, volendo trovare il positivo, il Covid ha dimostrato, ma noi lo sapevamo già e lo abbiamo sempre affermato, come modificare il lavoro sia possibile e direi auspicabile. La pandemia ci ha costretti allo smart work, a cambiare il modus operandi. Bene cogliamo questa occasione per regolamentare queste novità che non possono essere lasciate all’improvvisazione. Perché sappiamo bene, come dall’improvvisazione possa nascere l’illegalità. Dal lavoro nero alla mancanza di tutele fino alle infiltrazioni mafiose. Cosa quest’ultima che si sta verificando in modo prepotente in Romagna. Il Covid ci ha insegnato che innovare si può anzi si deve. Si può cambiare modello: non bisogna aver timore di imboccare una strada nuova, raccogliendo le sfide che ci si stanno parando innanzi. Il nostro spirito riformista in questo ci guida. Un ultimo esempio? Il congedo parentale: insieme alla Uil confederale abbiamo messo a punto un meccanismo tale per cui attingendo ai fondi europei, la Regione Emilia Romagna, ma è evidente qualunque altra regione, può integrare lo stipendio a chi ricorre al congedo parentale. In questo modo si raggiunge il 100% del salario: il potere di acquisto non viene intaccato, i diritti sono salvaguardati e si è dimostrato come un intervento a cavallo tra attività produttive e welfare agisca nella salvaguardia della genitorialità e della coesione sociale.

 

 

*Segretario Generale Uil Emilia Romagna

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