I sindacati per la democrazia, la solidarietà e la tolleranza in Europa - contro il razzismo e la xenofobia*
GENNAIO 2019
Sindacale
I sindacati per la democrazia, la solidarietà e la tolleranza in Europa - contro il razzismo e la xenofobia*
di   Confederazione europea dei sindacati

 

 

Introduzione
 
La democrazia è uno dei valori fondamentali dell’Unione Europea, insieme alla dignità umana, alla libertà, all’uguaglianza e allo stato di diritto. Negli ultimi anni, tutti questi valori sono stati attaccati. La democrazia, precondizione per l’istituzione e il funzionamento di sindacati liberi e democratici, è vulnerabile in molti modi. In diversi Stati Membri dell’Unione Europa, la separazione dei poteri (giudiziario, esecutivo e legislativo) rischia di essere sostituita dal controllo di governi/partiti. Molto spesso vediamo casi di controllo e influenza dei Governi sui mezzi di comunicazione liberi. I partiti nazionalisti e sovranisti, principalmente di estrema destra, non fanno mistero del fatto che limiteranno i diritti fondamentali alla libertà di opinione e alla stampa non appena avranno il potere di farlo. Allo stesso tempo, per molte persone nell’Unione Europea, la mancanza di influenzare democraticamente le politiche europee, così come l’austerità e le politiche neoliberali, sono tra i motivi principali per abbandonare l’ulteriore integrazione europea e di divergenza dall’ideale europeo. La popolazione europea ha sviluppato una diffusa sensazione di perdita di controllo. Per contrastare questo sentimento di impotenza, i partiti nazionalisti offrono l’isolamento dietro i confini nazionali e il ritiro dall’Europa. Per proteggere e far crescere la democrazia in Europa, la CES lancia un appello affinché:
 
• le istituzioni europee (il Parlamento Europeo, la Commissione, il Consiglio, così come la Corte Europa di Giustizia) assicurino senza eccezioni che le costituzioni e le loro attuazioni seguano i principi della democrazia;
• la società civile, incluso il movimento sindacale, sia coinvolta più attivamente nella salvaguardia della libertà dei mezzi di comunicazione. Non c’è democrazia senza libertà di espressione e media liberi;
• i sindacati europei incoraggino tutti i cittadini a fare uso del loro diritto di voto. Partecipare alle elezioni è l’atto pratico più convincente per esercitare i propri diritti democratici. Dobbiamo esortare le persone a votare a maggio 2019 per un Parlamento Europeo che prenda posizione e difenda i valori europei!
• il nuovo Parlamento Europeo e la Commissione Europea realizzino un rapido miglioramento dei principi democratici e partecipativi fondamentali sul posto di lavoro e nelle aziende in tutta l’Unione Europea, nonché nell’economia e nel mercato del lavoro attraverso il dialogo sociale e la contrattazione collettiva;
• le sue organizzazioni membro impostino esempi di buone pratiche pubbliche e visibili di esercizio della democrazia, coinvolgendo i membri e i lavoratori dei sindacati e tutte le persone che costituiscono le nostre diverse società;
• le organizzazioni affiliate incoraggino i propri membri ad esercitare i diritti democratici e a partecipare a tutti i livelli e settori alla vita pubblica (parlamenti, comitati, consigli, ONG, economia sociale, organizzazioni dei consumatori, ecc). Abbiamo bisogno che i sindacalisti siano attivi in tutti i settori della società. Altre azioni da implementare sul campo:
• la CES promuoverà attivamente un’Alleanza Europea per la Democrazia e contro il nazionalismo, l’estrema destra e la xenofobia, coinvolgendo le maggiori forze democratiche così come i partiti politici, i rappresentanti di governo, le parti sociali e le organizzazioni della società civile;
• la CES chiede ai suoi affiliati di considerare una serie di iniziative per mobilitare i lavoratori sulle priorità dei valori democratici. Tali iniziative focalizzeranno i nostri messaggi in occasioni significative come il Primo Maggio, il Giorno Internazionale della Donna, il Giorno Internazionale del Migrante, il Giorno Internazionale contro il Razzismo e altri;
• azioni specifiche di formazione e comunicazione sono già in atto e continueranno in collaborazione con l’ETUI;
• per la CES, le riforme istituzionali a livello europeo devono porsi lo scopo di rafforzare la democrazia istituzionale, economica e sociale e la partecipazione dei lavoratori e dei sindacati;
• la CES farà pressione affinché sia incluso nei Trattati un Protocollo sul Progresso Sociale, in caso di modifiche ai Trattati, o attuato tramite legislazione, al fine di dare ai diritti sociali, al dialogo sociale, alla contrattazione collettiva e alla partecipazione dei lavoratori lo stesso livello di importanza delle libertà economiche. Una democrazia forte e una società civile impegnata possono contrastare la crescente xenofobia e il razzismo. Gli atti abominevoli di violenza contro i rifugiati, il crescente razzismo nella vita quotidiana e l’ostilità verso tutti coloro che sono “diversi” sono tutti fenomeni del nostro tempo. Questa regressione della civiltà non si ferma ai cancelli delle fabbriche e ai luoghi di lavoro ed è inaccettabile per il movimento sindacale. Questo è il motivo per cui noi come sindacato affrontiamo sfide particolari. Dobbiamo essere in contatto con i nostri membri, ascoltare i loro bisogni e preoccupazioni e fare in modo che i valori della democrazia e della solidarietà, che sono alla base del progetto e del modello sociale europeo, siano esercitati da tutti. Solo in questo modo saremo in grado di mobilitare il movimento sindacale in loro difesa. 
 
Razzismo e xenofobia devono essere combattuti nella società, quindi anche sul posto di lavoro
 
Uguaglianza e non discriminazione rappresentano i valori base del movimento sindacale europeo. Il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali ha recentemente riaffermato il ruolo cruciale delle pari opportunità per un mercato del lavoro e una società inclusiva. I sondaggi più recenti mostrano tuttavia come l’intolleranza, la discriminazione e la mancanza di pari opportunità siano drammaticamente in aumento. Questi fenomeni sono stati registrati sia all’interno sia all’esterno del luogo di lavoro, dove la discriminazione indiretta aumenta ed è ancora difficile da individuare e stigmatizzare. Sia nella società e di conseguenza anche sul posto di lavoro, il razzismo e la xenofobia colpiscono di volta in volta gruppi di popolazione diversi, stigmatizzando la razza e /o l’origine etnica, ma anche la religione, le credenze e le caratteristiche culturali. Questi subiscono discriminazioni sul mercato del lavoro, sul posto di lavoro e hanno vissuto esperienze di crimini di odio e di esclusione sociale. Negli ultimi tempi, l’intolleranza si è concentrata sui migranti e in particolare sui cittadini e sui rifugiati dei paesi terzi. Tuttavia, il comportamento razzista e xenofobo va ben oltre l’esperienza della migrazione, prendendo di mira anche residenti da lungo tempo e cittadini europei, anche se non hanno un passato migratorio. La discriminazione multipla è frequente e persino più dannosa quando sono presenti diversi motivi. L’intolleranza al diverso colore della pelle, l’origine etnica, la religione o le proprie convinzioni espongono le donne, le persone con disabilità, i lavoratori LGBTQI ad una maggiore persecuzione e discriminazione. Il razzismo e la xenofobia sono anche collegati a fattori socioeconomici e sono alimentati da profonde disuguaglianze. La paura della diversità e le basse capacità coesive che le società europee stanno attualmente vivendo alimentano ulteriormente la discriminazione e la stigmatizzazione. Le condizioni di vita stagnanti, la precarietà, i tagli alla spesa pubblica per l’inclusione sociale e i servizi pubblici, esacerbano le lacune socioeconomiche e la mancanza di pari opportunità per tutti. Queste circostanze sono particolarmente preoccupanti se applicate alle generazioni più giovani. Gruppi più svantaggiati sono condannati ad un’ulteriore segregazione ed esclusione sociale, alla povertà, a condizioni di vita malsane, all’emarginazione in aree urbane scarsamente attrezzate, all’abbandono scolastico, alla mancanza di istruzione di qualità, alla scarsa integrazione nel mercato del lavoro e alla povertà lavorativa. La paura della perdita della posizione sociale e dei rischi di esclusione sociale e di marginalizzazione, a sua volta, rafforzano i pretesti su cui si presume siano radicati razzismo e xenofobia. I problemi a lungo termine della discriminazione e dello svantaggio contribuiscono alla criminalizzazione della povertà e dell’esclusione e persino alla legittimizzazione dello sfruttamento e della segregazione, aumentando, invece di ridurre, il divario sociale e lavorativo. Tra i gruppi a rischio di attacco razzista, solo quelli che godono del benessere e della capacità di integrazione sono leggermente meno esposti alla discriminazione e all’emarginazione. Le attuali tendenze culturali mostrano quanto sia difficile persino riconoscere i fenomeni di razzismo e xenofobia, e quindi prevenire e combattere la discriminazione e gli attacchi alla dignità umana. Questo può accadere anche all’interno delle organizzazioni sindacali, a tutti i livelli ma soprattutto nei luoghi di lavoro, dove i rappresentanti sindacali e i delegati sindacali sono spesso impreparati a confrontarsi e a rispondere efficacemente ad atti razzisti. Sebbene il dialogo sociale e la contrattazione collettiva dimostrino di rappresentare strumenti efficaci per promuovere le pari opportunità e la non discriminazione, la sfida è multiforme. I sindacalisti lottano per proteggere le vittime e prevenire ulteriori incidenti, anche a causa dell’atteggiamento culturale dei colleghi e della mancanza di consapevolezza nella gestione aziendale, che potrebbe non essere preparata a fornire risposte adeguate o non disposta a collaborare con i sindacati per creare posti di lavoro equi e più inclusivi. Il diritto europeo cerca di contrastare le diverse forme di discriminazione nei confronti di cittadini e residenti dell’Unione Europea. Tuttavia, l’impatto della legislazione viene influenzato dalla portata limitata delle stesse leggi, specialmente quando si tratta di prevenire la discriminazione nella società e al di fuori del luogo di lavoro, l’approccio restrittivo della legge nazionale di recepimento e la loro attuazione scarsamente efficace. Una cultura di rispetto, tolleranza e promozione della diversità deve essere promossa dalla società e nel posto di lavoro, come base per una società equa, solidale e inclusiva. A tal fine, la CES intraprenderà una serie di azioni volte a sostenere il movimento sindacale europeo nella lotta al razzismo e alla xenofobia e a promuovere il rispetto e la tolleranza nei luoghi di lavoro:
• completare il quadro legislativo europeo contro le discriminazioni dirette e indirette, all’interno e all’esterno del lavoro, promuovendo l’adozione di una “direttiva orizzontale”;
• contribuire all’attuazione effettiva e aggiornata della legislazione esistente a livello nazionale;
• accrescere il dibattito, la consapevolezza e la presa di coscienza tra i sindacalisti riguardo il razzismo e la xenofobia nella società e sul posto di lavoro;
• supportare e dotare i rappresentanti sindacali di strumenti aggiornati;
• riconoscere la discriminazione, proteggere le vittime di razzismo e di xenofobia, trovare rimedi per punire i crimini e prevenirne di nuovi, sanzionare atteggiamenti razzisti, xenofobi e di odio quando si verificano all’interno dei sindacati;
• intraprendere attività per favorire la tolleranza, il dialogo e il rispetto in ogni luogo di lavoro in cui si verificano tensioni razziste e xenofobe;
• raccogliere le migliori pratiche di dialogo sociale e di contrattazione collettiva esistente e promuoverle come possibili modi per risolvere i problemi e migliorare il rispetto e la tolleranza;
• lavorare su possibili campagne sindacali contro il razzismo e la xenofobia, promuovendo i luoghi di lavoro come aree di rispetto e tolleranza;
• collaborare con le organizzazioni della società civile europee e internazionali che combattono contro il razzismo e la xenofobia;
• valutare l’attuazione della legislazione antidiscriminazione dell’Unione Europea nei luoghi di lavoro. 
 
 
 
*Adottata durante il Comitato Esecutivo del 23 ottobre 2018 
 
 
 
 
 
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